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Mostrando postagens de fevereiro, 2016

LA MAZURKA

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Nata in Polonia come danza popolare (alcune fonti ne farebbero risalire le origini al XVI secolo), si è diffusa sin dall' 800 nei ceti medi in Europa, in Russia, in Brasile ed in America grazie ad importanti compositori. Infatti nel 1880 la sua ulterire diffusione è stata favorita dalla riscrittura "colta" (Chopin, Tchaikowsky, Borodin, Debussy,Ravel...) In america ha avuto una grande diffusione popolare ed in alcune zone degli Stati Uniti è stata conosciuta con il termine di Mazuka. "Mazurka" è un termine di origine polacca, anche se non è chiara l'etimologia, potrebbe derivare da Masuria (in polacco Mazury) o Masovia, nomi di due regioni polacche, da Mazurek, villaggio nei pressi di Varsavia (dove nel primo 500 ebbe origine l'omonima danza) o da Mazur, il contadino polacco. Da notare che in polacco il nome mazurek è maschile; il nome mazurka diffusosi nelle altre lingue può essere dovuto al fatto che il genitivo della parola è mazurka, o anche

JUKEBOX

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Il primo jukebox viene installato presso il Palais Royale Saloon di San Francisco (California, Stati Uniti) ed entra in funzione il giorno 23 novembre 1889. La sua popolarità da lì a poco si diffonderà in tutto il mondo. Il primo jukebox è costruito dalla Pacific Phonograph Co. Per la sua realizzazione sono state agganciati quattro tubi simili a stetoscopi, installati assieme a un fonografo di Edison (di classe M) e inseriti all’interno di un armadio di quercia. I tubi venivano azionati singolarmente, ciascuno di essi attivato mediante l’inserimento di una moneta: ciò significa che quattro ascoltatori diversi potevano ascoltare conteporaneamente la stessa canzone. Degli asciugamani venivano forniti ai clienti in modo da poter pulire dopo ogni ascolto l’estremità del tubo. Il successo del jukebox avrebbe decretato la fine del pianista di accompagnamento all’interno dei locali. Originariamente la macchina che oggi chiamiamo jukebox (o anche juke-box) è stata chiamata “nickel-

LA POLKA

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La polka trae origine da alcune danze popolari diffuse in Boemia all'inizio dell'800, di cui è un'evoluzione. L'origine del ballo è avvolta nelle leggende. L'ipotesi più accreditata è quella dello storico boemo Alfred Waldau. Il maestro di musica Jesep Neruda, che insegnava a Praga, si trovò ad osservare una contadina ballare e cantare; sui suoi passi e su quella melodia elaborò un ballo, la polka appunto, che lanciò prima a Praga e poi a Baden, dove ebbe un incredibile successo. Nel 1835 la polka entrò nel repertorio di una banda musicale militare Boema. Il successo della danza contagiò successivamente tutta l'Europa. Secondo G. Gavina la polka ci viene dall'Ungheria, ma è ritenuta, come indica anche il suo nome, una variante boema d'una danza d'origine polacca. Oltre ai Valzer viennesi, Johann Strauß jr compose anche numerose polke. La parola "polka" deriverebbe da "pulka", parola ceca che significa "metà", in ri

IL VALZER

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Diffuso inizialmente in Austria e nel sud della Germania, il valzer conquistò ben presto gran parte dell'Europa: dalla Francia (dove fu introdotto da Maria Antonietta) alla Russia, dall'Italia all'Inghilterra, diventando una danza internazionale. Il successo fu dovuto non solo al carattere fluente e orecchiabile della musica ma anche al fatto che per la prima volta la coppia di ballerini danzava abbracciata. La parola Valzer deriva dalla parola tedesca Walzen che significa rotolare, girare. La danza di ritmo ternario con andamento variabile, che si balla in coppia, è nata in Austria e Germania verso la fine del Settecento e poi si è diffusa in tutta Europa. In Inghilterra, conservatrice e moralista, però, il valzer è stato accettato molto più lentamente. Addirittura, dopo una festa a Londra nel 1800, un giornale scrisse:"Abbiamo rilevato con dolore che il ballo indecente straniero denominato waltz è stato introdotto (crediamo per la prima volta) alla corte ingles

LE BALERE

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La prima balera documentata è quella che il violinista Carlo Brighi (detto zaclén, "anatroccolo") aprì sulla fine del XIX secolo a Gatteo (FC), chiamata il Capannone Brighi. La parola balera viene usata in Emilia anche per indicare solamente la pista da ballo quando questa viene montata all'aperto: quelle vecchie sono formate da pannelli di assi di legno che si incastrano uno nell'altro, quelle nuove sono in metallo. La balera nasce negli anni '50, anzi il nome balera era tipico della Romagna, in altre regioni era semplicemente la sala da ballo “. Ci si andava per ballare: l'orchestra che suonava dal vivo, le mamme che si sedevano sulla sedia accanto alle figlie con l'occhio attento alla sorveglianza. Ma negli anni '50 e primi '60 c'era anche la figura (poi scomparsa) del caposala che controllava che uomo e donna ballassero a distanza. C'erano tre balli consecutivi, poi il riposo, gli abiti dovevano essere adeguati. In estate apriva

LA TOMBOLA

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La tombola napoletana nacque nel 1734, da una diatriba sorta tra il re di Napoli e Sicilia Carlo III di Borbone e il frate domenicano Gregorio Maria Rocco. Il primo aveva l'idea di ufficializzare il gioco del lotto nel Regno fino a quel momento clandestino, per tentare di porre fine alla sottrazione di introiti che il gioco causava; mentre il secondo riteneva il gioco un "ingannevole ed amorale diletto", e credeva che, in un paese in cui si cercava sempre di rispettare gli insegnamenti cattolici, ciò distraesse i fedeli dalla preghiera. Alla fine la spuntò il re, al patto che il gioco venisse però sospeso nelle festività natalizie, sempre per il motivo di non dover distrarre i fedeli dalla preghiera. Tuttavia i cittadini non vollero rinunciare a giocare, così fecero del lotto un gioco a carattere familiare: le 90 tessere numerate venivano messe in un cesto di vimini, detto "panariello", e disegnati i numeri sulle cartelle. Da qui il comune nome "Lo

IL GIOCO DEL LOTTO

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Il Gioco del Lotto rappresenta e contiene l’evoluzione di diverse forme di giochi di sorte diffuse sin dall'antichità. Il Gioco del Lotto ha infatti origini lontanissime e, nella sua forma moderna, non è così cambiato. Già molti secoli prima di Cristo gli Egizi e i Caldei amavano giocare di sorte. Anche a Roma, durante i Saturnali di dicembre, venivano organizzate lotterie in cui si estraeva un numero tra quelli distribuiti ai partecipanti su tavolette di legno. A Venezia, verso la metà del '600, veniva organizzata dal Consiglio dei Pregadi, una lotteria il cui montepremi era "un lotto" di immobili. La lotteria venne chiamata "Lotto del Ponte di Rialto", e il montepremi complessivo aveva un valore vicino ai centomila ducati: una vera fortuna per l’epoca. Ad Amersfoort, non lontano da Amsterdam, nel 1500 alcuni cittadini pensarono di sfruttare la passione del gioco per regolare alcune proprietà non facilmente divisibili. L'idea ebbe successo, ed in