A SILVIA
     Silvia, rimembri ancora   quel tempo della tua vita mortale,   quando beltà splendea   negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,   e tu, lieta e pensosa, il limitare   di gioventù salivi?      Sonavan le quiete   stanze, e le vie d'intorno,   al tuo perpetuo canto,   allor che all'opre femminili intenta   sedevi, assai contenta   di quel vago avvenir che in mente avevi.   Era il maggio odoroso: e tu solevi   così menare il giorno.      Io gli studi leggiadri   talor lasciando e le sudate carte,   ove il tempo mio primo   e di me si spendea la miglior parte,   d’in su i veroni del paterno ostello   porgea gli orecchi al suon della tua voce,   ed alla man veloce   che percorrea la faticosa tela.   Mirava il ciel sereno,   le vie dorate e gli orti,   e quinci il mar da lungi, e quindi il monte.   Lingua mortal non dice   quel ch’io sentiva in seno.      Che pensieri soavi,   che speranze, che cori, o Silvia mia!   Quale allor ci apparia   la vita umana e il fato!   Quando s...