TRADIZIONI POLACCHE



La storia culturale della Polonia può essere fatta risalire al Medioevo. Nella sua interezza, essa può essere divisa nei seguenti periodi storici, filosofici ed artistici: Medioevo (dalla fine del X alla fine del XV secolo), Rinascimento (dalla fine del XV alla fine del XVI secolo), Barocco (dalla fine del XVI alla metà del XVIII secolo), Illuminismo (seconda metà del XVIII secolo), Romanticismo (dal 1820 circa fino alla repressione della Rivolta di Gennaio del 1863 contro l'Impero russo), Positivismo (durato fino alla svolta del XX secolo), Giovane Polonia (tra il 1890 e il 1918), Periodo interbellico (1918–1939), Seconda guerra mondiale (1939–1945), Repubblica Popolare di Polonia (fino all'Autunno delle Nazioni del 1989) e Moderno.

Il polacco è una lingua del sottogruppo lechitico delle lingue slave occidentali, usate in tutta la Polonia (essendo la lingua ufficiale di quel paese) e dalle minoranze polacche in altri paesi. Il suo paradigma scritto è l'alfabeto polacco, che corrisponde all'alfabeto latino con varie aggiunte. Malgrado la pressione delle amministrazioni non polacche in Polonia, che hanno spesso tentato di reprimere la lingua polacca, una ricca letteratura si è sviluppata nel corso dei secoli, e la lingua è attualmente la più grande, in termini di parlanti, del gruppo slavo occidentale. È anche la seconda lingua slava più parlata, dopo il russo e prima dell'ucraino. Il polacco è parlato principalmente in Polonia. La Polonia è uno dei paesi europei linguisticamente più omogenei; quasi il 97% dei cittadini polacchi dichiarano il polacco come loro lingua madre.

Nel Medioevo, quando le città della Polonia crebbero di dimensione e si svilupparono i mercati alimentari, lo scambio di idee in campo culinario progredì e la gente acquisì familiarità con nuovi piatti e ricette. Alcune regioni divennero famose per il tipo di salsiccia che facevano e molte salsicce di oggi portano ancora quei nomi originali. I contadini riconobbero la bontà di quei prodotti, che consentivano loro di mantenersi ben nutriti per periodi di tempo più lunghi.

La bevanda più importante è la vodka. La prima menzione scritta al mondo della bevanda compare nel 1405 negli Akta Grodzkie, i documenti di corte del Palatinato di Sandomierz in Polonia. All'epoca, la parola vodka si riferiva a composti chimici come medicinali e detergenti cosmetici, mentre la bevanda popolare era chiamata gorzalka. La parola vodka scritta in cirillico apparve per la prima volta nel 1533, in relazione a una bevanda medicinale portata dalla Polonia in Russia dai mercanti della Rus' di Kiev.

La Polonia è il terzo maggiore produttore di birra: la Germania con 103 milioni di ettolitri, il Regno Unito con 49,5 milioni di ettolitri, la Polonia con 36,9 milioni di ettolitri. In seguito alla crescita consecutiva del mercato domestico, l'Unione polacca dei datori di lavoro dell'industria birraria (Zwiazek Pracodawców Przemyslu Piwowarskiego), che rappresenta approssimativamente il 90% del mercato birrario polacco, annunciò durante la conferenza annuale dell'industria birraria che il consumo di birra nel 2008 era salito a 94 litri pro capite, ovvero 35.624 milioni di ettolitri venduti sul mercato nazionale. Statisticamente, un consumatore polacco beve 92 litri di birra all'anno, che pone la Polonia di un terzo dietro la Germania. Bere birra come bevanda di base era tipico durante il Medioevo. Il vino sta recentemente diventando più popolare. In realtà, l'idromele polacco, un vino al miele, era una bevanda tradizionale che risaliva anch'essa al Medioevo.



Le bevande leggere includono "napoje gazowane" (bevande gassate), "napoje bezalkoholowe" (bevande analcoliche) come acqua, tè, succo, caffè o kompot. Il kompot è una bibita analcolica fatta con frutta bollita, opzionalmente anche con zucchero e spezie (chiodo di garofano o cannella), servita bollente o fredda. Può essere fatta con un solo tipo di frutta o con una miscela, che comprende mele, pesche, pere, fragole o amarene. Anche il susz è un tipo di kompot fatto con frutti essiccati, più comunemente mele, albicocche, fichi. È servita tradizionalmente la vigilia di Capodanno.

Tra i pasti delle festività, c'è una zuppa tradizionale della vigilia di Capodanno chiamata wigilia. Un'occasione speciale è anche Martedì Grasso (Tlusty Czwartek), una festa cattolica celebrata l'ultimo martedì prima della Quaresima. Tradizionalmente è un giorno in cui la gente mangia grandi quantità di dolci e torte che dopo sono proibiti fino al giorno di Pasqua.

La religione principale e praticata con impegno è il cattolicesimo. Ciò non esclude forti accenti di altre confessioni, per esempio la presenza della Chiesa Ortodossa nelle regioni del confine orientale (la Podlachia) o, non meno importante, la comunità dei Protestanti da secoli presenti sulle terre polacche. Avvenimenti storici cruciali nel passato della Polonia hanno portato anche le influenze dei Tatari e con loro la religione musulmana, di cui si possono ammirare ormai poche moschee, come quella di Kruszyniany o Bohoniki. Certamente, prima della II Guerra Mondiale, in molte zone della Polonia – compresa la capitale Varsavia e le grandi città come Cracovia o Lódz – era molto presente la comunità ebraica. Ne troviamo numerose tracce delle sinagoghe e nei cimiteri ebraici.

Nel calendario polacco ci sono varie festività non trascurabili, tra cui le più importanti sono ovviamente il Natale e la Pasqua. Entrambe portano un ricco bagaglio di consuetudini appartenenti non solo alla tradizione religiosa, ma anche alle credenze popolari, come l’usanza di lanciarsi i gavettoni porta-fortuna a Pasquetta. Sono segni sicuramente dovuti alla forte radice folcloristica, molto sentita soprattutto in alcune zone della Polonia, tra cui la regione della montagna (la Piccola Polonia). Il capoluogo, Zakopane, è infatti la città assolutamente da vedere per respirare l’atmosfera di festa e tradizione, con i colori da capogiro. Tutto ciò grazie anche ai costumi folk locali, spesso pubblicamente sfoggiati dagli abitanti, prodotti tipici artigianali e la vivacità e l’ospitalità tipica della gente del posto. La tradizione dei costumi locali è importante anche in altre parti della Polonia, per esempio negli ultimi anni ha avuto successo il disegno tipico della città di Lowicz (regione di Lódz), adoperato anche in vestiti ed accessori casual.

Tra le festività più sentite vi sono sicuramente la Pasqua e il Natale.
Quest'ultimo, in particolare è una festa fortemente sentita ed ancora oggi molto legata ad antiche tradizioni culturali, si consumano spesso cibi speciali, e riprendono vita alcune usanze particolari, associate ad atmosfere tipicamente natalizie.
Tra le altre feste, se ne ricordano alcune molto particolari:
Festa di Primavera (21 marzo): amatissima da bambini e studenti che celebrano l'arrivo della nuova stagione saltando la scuola.
Festa del Bambino (1 Giugno): per ricordare i diritti dei bambini nella famiglia e nella società i più piccoli vengono festeggiati con regalini e dolcetti.
Notte di san Giovanni (24 Giugno): è la notte dell’amore e del matrimonio, durante questa notte (la piu’ breve dell’anno) la felce fiorisce e la tradizione, vuole che chi la scopra per prima avrà fortuna e denaro.
Vigilia della festa di sant’Andrea (29 Novembre): festa dalle origini pagane legate al mistero, alla magia ed alla superstizione.

Una curiosità: il Monte Giewont (alto 1895 m.) è chiamato anche “il cavaliere addormentato” e secondo una leggenda il cavaliere (che dovrebbe rappresentare lo spirito del grande re Boleslaw) dorme da secoli ma si sveglierà, in caso di bisogno, per proteggere la Polonia.
L'inno nazionale polacco è Mazurek Dabrowskiego (Mazurka di Dabrowski), conosciuto anche come il canto Piesn Legionów Polskich we Wloszech (Canto delle legioni polacche in Italia), scritto nel luglio del 1797 a Reggio Emilia, da Józef Wybicki, tenente dell'armata polacca del generale Jan Henryk Dabrowski.

Il vessillo nazionale della Polonia è una delle bandiere europee più semplici: una banda superiore bianca, e un'inferiore rossa, di uguale larghezza. La bandiera polacca è stata conservata nelle sue forme originarie per tutto il periodo del governo comunista, a differenza di quelle di quasi tutti gli altri Stati sottomessi al dominio sovietico.







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