Capoeira, gioco, danza, lotta
La Capoeira nasce in Brasile come arte
marziale praticata dagli schiavi africani che si esercitavano tra di
loro a combattere mentre erano reclusi in celle molto basse. La Capoeira
era vietata perché si temeva che gli schiavi si preparassero troppo
bene a combattere e questo non era accettabile per le autorità locali,
così quando i capoeiristi si accorgevano di essere visti simulavano di
danzare.Nel 1770 ci fu il primo riferimento alla Capoeira come
manifestazione di lotta degli schiavi brasiliani. Il 25 aprile del 1789
ci fu il primo arresto di un capoerista di nome Adao per il solo fatto
di essere un lottatore di Capoeira. Il 28 settembre del 1871 una legge
stabilì che i discendenti degli schiavi ce nascessero a partire da
quella data sarebbero liberi e il 13 maggio del 1888 una legge liberava
tutti gli schiavi.(1) Con l’abolizione della schiavitù e l’instaurazione
della Repubblica, la capoeira non cessò di essere perseguitata,
continuando ad essere considerata come una pratica criminale, punita con
la prigione in
base
al l Codice Penale della Repubblica degli Stati Uniti del Brasile del
11/10/1890, articolo 402. “Capoeira: Gioco atletico individuale, con
sistema di attacco e difesa. Capoeirista: Lottatore di capoeira.”(2)
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Una
delle origini circa il termine capoeira è il nome del cesto che
coteneva le galline Capoeyra, in quanto dopo la proibizione della
schiavitù si continuava a giocare la capoeira soprattutto in strada e
succedeva che coloro che portavano il cesto chiamato capoeira lo
posavano a terra ed iniziavano a giocare, non si dice combattare e
nemmeno danzare ma giocare.“La capoeira fu creata nella clandestinità
come spressione culturale di resistenza, era una lotta di un povero che
non accettava la condizione di schiavo”.(3) Per diverso tempo è stato
vietato giocare la capoiera ma poi è stata riconosciuta sia come sport
nazionale che come approccio psicoeducativo.Nel 1936 il presidente
Getúlio Vargas, cercando appoggio dalla popolazione povera, permise la
prática della capoeira revocando l’articolo 402 del Códice Penale del
1890. Manoel dos Reis Machado, conosciuto come Mestre Bimba inaugurò
l’allenamento della capoeira nelle scuole ma Bimba non usava il nome di
capoeira bella scuola, la chamava Luta Regional Baiana, oggi conosciuta
come Capoeira Regional. Mestre Bimba mostrò al mondo intero che la
capoeira era educazione e contribui a far praticare capoeira
all’Università di Medician dello Stato di Bahia. Nel 1996 gli fu
conferito il titolo di Dottore “Honiris Causa” post morten.
“Attualmente, la capoeira ha più di 5 milioni di praticanti nel Brasile
ottenendo riconoscimento come attività pedagogica e disciplina nelle
università.”(4)
La capoeira quindi è un arte marziale, può sembrare una danza ma è
anche una modalità di comunicazione, di stile di vita, di aggregazione
multiculturale ed ha delle regole da rispettare, delle tradizioni ed una
sua etica. Per il principio di bipolarità, tutto il movimento nella
capoeira impica sia attacco che difesa e principalmente neutralità.La
capoiera non è solo giocare ma è anche suonare, cantare, conoscere la
storia, educazione, insomma è un mondo che accomunca, sostiene,
contiene, accudisce, per alcuni può essere considerato un posto sicuro,
un rifugio. Personalmente la considero una sorta di terapia comunitaria
in quanto per i neofiti che si avvicinano a questo sport c’è quasi una
presa in carico da parte del maestro o istruttore ed anche da parte del
gruppo.C’è un passaggio di informazioni, di insegnamento, di modalità di
stare con l’altro, di guardare l’altro, di stare in circolo chiamata
“RODA” ed anche di stare nella RODA giocando con l’altro.Nel Centro
Educazionale di Guará il professor Francisco de Assis Júnior, conosciuto
come Tony Guará, afferma di essersi salvato da una vita criminosa per
la prática della capoeira e oggi sensibilizza i suoi allievi
all’importanza del rispetto e della qualità della vita. (6) Ci sono
alcuni aspetti molto importanti nella capoeira quali il movimento base
che è la “GINGA”, trattasi di un movimento con una gamba piegata in
avanti e l’altra distesa all’indietro che permette una sorta di
stabilità e allo stesso tempo fluidità dalla quale è possibile poter
fare qualsiasi cosa, infatti da questa posizione alternata
destra/sinistra si è pronti innanzitutto ad osservare
l’antagonista
ma si è pronti anche sia ad attaccare che a schivare eventuali attacchi
dell’avversario.
Senza ginga non esiste la capoeira, dalla ginga
nascono tutti i movimenti della capoeira, sia i movimenti di attacco che
di difesa, la ginga è tutto nella capoeira, serve per studiare
l’avversario, identificare la miglior opportunità per attaccare. Nella
capoeira, come dice Thiago, l’istruttore bahiano del gruppo “RACA” che
tiene corsi a Roma presso la palestra Amatori 80 di via delle Acacie e
presso il Centro di Iniziative Popolari di via delle Ciliege Roma, non
c’è vincita o perdita ma c’è un gioco che consiste nello schivare,
nell’evitare, nell’uscire dalle situazioni che appaiono difficili, così
come succede nella vita reale dove a tutto c’è una soluzione, bisogna
avere un’apertura mentale, crederci e provare, in ogni caso gli altri
sono pronti e disponibili ad aiutare.A questo proposito voglio parlare
delle modalità di comprare il gioco. Per far ciò bisogna introdurre gli
strumenti che sono il berimbau che è uno strumento che comanda il gioco,
nel berimbau c’è l’anima, lo spirito della capoeira, inoltre possono
essere presenti altri strumenti quali il pandeiro, l’atabaque, l’agogo e
il reco-reco. Ci si dispone in un cerchio e due persone decidono di
giocare disponendosi accovacciati davanti al berimbau e quindi si parte
per il gioco che comprende l’osservazione dell’altro, l’ascolto del
ritmo del berimbau, l’ascolto delle sensazioni del proprio corpo e
dell’energia dell’intero gruppo, non si tratta di un arte marziale
aggressiva ma più che altro dimostrativa, quindi si cerca di evitare di
colpire con forza, potenza e aggressività ma, come dice il
Contra-Mestre
Junior Graucà, può capitare anche di prendere colpi soprattutto se non
si gioca con la giusta attenzione e concentrazione e se non si ascoltano
gli insegnamenti dei maestri.
Si può entrare nel gioco o perché si ha
voglia di giocare o per aiutare un capoerista in difficoltà e si entra
con un’attenta modalità e gestualità non verbale, di solito ponendo una
mano tra i due giocatori con il dorso verso la persona che si vuol fare
uscire che di solito è il più stanco o più debole o meno
graduato.L’allievo di capoeira dopo circa 6 mesi/1 anno di apprendimento
può partecipare al “Batizado” dove fa un esame su quello che ha
appreso, gli viene dato l’appellido, cioè un soprannome, questa usanza
deriva dal fatto che essendo proibita per tanto tempo i capoeristi si
riconoscevano attraverso soprannomi per non essere identificati; il
Batizado comprende il gioco nella RODA dell’allievo con un graduato che
gli fa da padrino che, come vuole la tradizione, cercherà di farlo
cascare ini modo che possa apprendere che l’importante è potersi
rialzare sempre e che non si finisce mai di imparare, questo è un
concetto simile alla resilienza, cioè si può uscire dalle situazioni
difficili più forti di prima.Il batizado è il momento in cui il
capoeirsta iniziante passa a far parte al 100% del gruppo e del mondo
della capoeira; ricevendo la sua prima graduazione l’allievo può entrare
in qualsiasi roda in cui ci sia una bateria completa di strumenti: 3
berimbal, 2 pandeiro,1 atabaque,1 agogo e 1 reco-reco, sempre rispetando
il toque e le altre graduazioni.
Il batizado è un occasione per
accogliere altri, per fare comunità, per confrontarsi con gli
altri,
per STARE BENE, per legarsi agli altri, per condividere, per apprendere
altre modalità di stare al mondo in un clima di accoglienza e
condivisione. Un ringraziamento ai maestri e graduati Brasiliani che
trasmettono quest’arte sportiva-terapeutica: Thiago, Junior, Samuray,
Capivara, Bom meninho, Gerbinho, Morui, Paolinho, Gico, Cafè, Apache, e a
tutti gli allievi del gruppo Raca di Roma: Barbara, Valentia, Vovo,
India, Notre Dame, ecc.Bibliografia; José augusto Maciel Torres e Carlos
Alberto Conceicao dos Santos (Mestre Bozò), Capoeira ARTE MARCIAL
BRASILEIRA, on line editoria. FERREIRA, Aurélio B. Holanda. Dicionário
da língua portuguesa. Curitiba:Ed.Positivo,2008,p.209.Eusebio Lobo da
Silva, O corpo na capoeira, Campinas, Brasil, Editora da UNICAMP,
2008.CAMPOS, Hélio. Capoeira na Universidade. Salvador: EDUFBA, 2001, p.
42.TEIXEIRA, André Luiz Reis. Capoeira, saúde e bem-estar social.
Brasília: Thesaurus, 2006,p. 94.Projeto Político Pedagógico Educacional
01, 2010 – SEEDF. Dott. Matteo SIMONE, Psicologo del Gruppo Capoeira RACA. Psicologo clinico e dello sport, Psicoterapeuta Gestalt ed EMDR. ~ Autore del Libro “Psicologia dello Sport e non solo”.
Il volume affronta le metodiche e le tecniche della psicologia dello
sport, analizzando i fattori che incidono sull’ottimizzazione della
performance sportiva e illustrando le difficoltà dell’atleta. N.d.R.
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