TORMENTONI ESTIVI



La canzone che ti entra in testa a maggio, anche se non lo vuoi, e che si lascia dimenticare a settembre inoltrato. È il tormentone estivo. Non importa la qualità del brano, l’essenziale è che con il suo ritmo ti faccia scatenare, ballare e cantare, qualunque cosa tu stia facendo.

Il tormentone è motivo di aggregazione e, spesso, accompagna flash mob e balli di gruppo, drink alla mano, mare sullo sfondo. Con il passare degli anni non lo si ascolta più, lo ricordiamo solo per legarlo a qualche evento particolare della propria estate. Di solito il tormentone si scatena così, dal nulla, senza motivo apparente.

A fare di una canzone un tormentone, un ritmo frizzante e un ritornello orecchiabile, che proprio non puoi fare a meno di cantare. Negli anni ce ne sono stati tanti, alcuni dei quali entrati di diritto nella storia della musica e che, in quanto evergreen, non abbandonano mai il tuo iPod (e la tua collezione di cd).

Non si può fare a meno di iniziare dalla mitica Vamos a la playa dei Righeira, la madre di tutti i tormentoni: Infatti, è proprio dopo questa canzone e il suo successo strepitoso che si è coniato il termine “tormentone”. Era il 1983 e la discomusic italiana era famosa in tutto il mondo: Michael & Johnson Righeira (al secolo Stefano Rota e Stefano Righi) riuscirono a far cantare e ballare tutti con questa canzone, non solo in Italia ma anche all'estero (Stati Uniti compresi).

Nell'estate 1984 le radio non facevano altro che trasmettere un pezzo diventato poi un vero e proprio “cult” (per intere generazioni): Wild Boys dei Duran Duran. La band inglese era all'inizio della sua carriera ed era già stata notata grazie ad alcuni singoli di successo, ma con questo fecero il boom ovunque, anche in Italia, dove milioni di donne persero la testa per Simon Le Bon, John Taylor, Nick Rhodes, Roger Taylor e Andy Taylor.

Negli anni'80 la musica italiana parlava inglese e creava hit che avevano successo in tutto il mondo. Un esempio: Boys di Sabrina Salerno, tormentone dell'estate 1987. Una canzone semplice, ma orecchiabile al punto giusto e tutta da ballare. A cantarla era poi Sabrina, all'epoca all'inizio della sua carriera, che non poteva assolutamente passare inosservata con la sua prorompenza e la sua carica sensuale. Non a caso anche oggi lei è considerata una delle regine della disco “Made in Italy”.

Nel 1989 fu invece Lambada-mania. La passione per il celebre ballo brasiliano si diffuse grazie alla canzone portoghese cantata dai francesi Kaoma, che in una sola estate riuscì a vendere qualcosa come cinque milioni di copie. E così, nei luoghi di villeggiatura (ma non solo), fu tutto un fiorire di persone che decidono di imparare questo ballo di coppia, facendosi travolgere dai suoi ritmi sensuali. Inutile dire che quella canzone fu galeotta per molte coppie.



Un ritornello ridondante tanto da farti girare la testa: era quello di Gipsy Woman (She's Homeless), autentico tormentone dell'estate 1991. Il pezzo era cantato dall'americana Crystal Waters, una delle voci più raffinate della scena dance mondiale, di cui oggi si sono perse praticamente le tracce.

Nel 1993 arrivò una notizia: Hanno ucciso l'Uomo Ragno. A darcela gli 883, all'epoca duo composto da Max Pezzali e Mauro Repetto che, facendo leva sull'anima nerd di molti italiani e sulla passione per i ritornelli facili, riuscirono a diventare in una sola estate delle autentiche star. Non a caso ancora oggi questa canzone risulta essere una delle più amate del repertorio di Pezzali e un vero emblema per la generazione che, negli anni'90, era teen-ager.

Ci sono anche dei tormentoni a scoppio ritardato. Un esempio è la Macarena, incisa dai Los del Rìo (duo spagnolo composto da Antonio Romero Monge e Rafaele Ruiz) nel 1993 e uscita solo nel 1996, facendo letteralmente il botto. Tra l'altro al pezzo fu abbinato anche un ballo con dei movimenti e dei passi ben precisi, ma talmente semplici da essere imparati da tutti, bambini compresi. La Macarena risulta uno dei cento dischi più venduti nella storia della musica.

Come dimenticare i simpatici Aqua, che nel 1997 rinfrescarono la nostra estate facendoci fare un tuffo nel colorato mondo di Barbie Girl. Quella del gruppo scandinavo (composto da Lene Nystrøm, René Dif, Søren Rasted e Claus Norreen) era una parodia della celebre  bambola, che non venne particolarmente apprezzata dal suo produttore (la Mattel), ma che conquistò mezza Europa. È stato anche il più grande successo degli Aqua, poi rimasti famosi più in terra natia che altrove.

A inaugurare le estati del nuovo millennio ci hanno pensato Paola e Chiara con la sinuosa e sensuale Vamos a Bailar (Esta vida nueva), che  è rimasta al primo posto in classifica per ben quattro settimane ottenendo un grade successo anche in mezza Europa e in Giappone (anche grazie alle versioni in inglese e spagnolo. Pensa che nel 2009 i lettori Tv Sorrisi e Canzoni l'hanno eletta tormentone estivo degli ultimi vent'anni.

Nel 2001 è stata ancora l'Italia a farla da padrone in estate, con le Tre Parole di Valeria Rossi. La cantante, all'epoca esordiente, ha conquistato tutti con quel ritornello «sole, cuore, amore» che voleva essere una delicata e simpatica presa in giro delle parole più usate (o forse sarebbe il caso di dire abusate) dalla musica italiana. E pensare che il pezzo era stato scartato dalla commissione del Festival di Sanremo, per poi diventare una hit da classifica (dove è rimasta da giugno ad ottobre).

Ad essere considerato, all'unanimità, uno dei più noti e amati tormentoni degli anni 2000 è Aserejé delle Las Ketchup. Era il 2002 e queste tre sorelle spagnole (Lola, Pilar e Lucía Muñoz, figlie di un celebre chitarrista di flamenco) hanno fatto breccia nelle orecchie degli italiani subito, fin dal primo ascolto. Ad accompagnare la canzone (che ha anche una versione inglese intitolata The Ketchup Song) una divertente coreografia, in cui tutti si sono simpaticamente cimentati almeno una volta.

Bisogna fare dei distinguo per decennio, però: negli anni ’60 e negli anni ’80 il tormentone che va di moda è quello che parla delle vacanze, dell’abbronzatura, del mare e degli ombrelloni, nei bui anni ’70 non si glorifica tanto l’estate in quanto tale, ma se ne esalta l’amore stagionale, che può finire anche in modo pessimo. Negli anni ’90 si balla la dance e si torna a parlare di estate in modo malinconico, quasi presagendo la fine di quel mondo dorato che abbiamo vissuto. Negli ultimi anni invece i tormentoni sono quasi sempre stati stranieri, per lo più di natura latino americana, e diciamocela tutta, ci interessano davvero poco.



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