LE PROFEZIE DI NOSTRADAMUS
Secondo Nostradamus “Nel 2016 inizierà la Terza Guerra Mondiale. Durerà per 27 anni e partirà con la comparsa di una cometa nel cielo” (si parla di “grande uccello” e si calendarizza il tutto nel mese di Novembre). Pare che a scontrarsi saranno principalmente due grandi Paesi. A rendere peggiori le cose ci penserà un enorme sisma che dovrebbe scatenarsi negli Stati Uniti Occidentali. “Il terremoto sarà molto intenso e si sentirà anche in altri Paesi”.
Ancora, Nostradamus parla della “morte di una misteriosa Vergine” e di una “catastrofe” nel Mar Nero. Nonostante tutte queste notizie funeste, però, Nostradamus rivela di un'inspiegabile esplosione di vita: “Le persone nate nel 2016 saranno in grado di vivere per più di 100 anni e che gli 80 anni saranno i nuovi 50”. Inoltre daremo anche l’addio per sempre alle tasse. Quello che i ricercatori “traducono” è che “Nel 2016, una grande rivolta terminerà le tasse per sempre”.
Nostradamus è da sempre uno dei personaggi più enigmatici della storia. Nato col nome di Michel de Nostredame nel 1503, in Francia, è stato astrologo, scrittore, farmacista e speziale. A renderlo noto a più è stato soprattutto il libro “Le Profezie”, ovvero una raccolta di quartine in rima, considerate da molti delle vere e proprie previsioni del futuro.
Nel corso dei secoli, più volte, eventi importanti sono stati collegati, più o meno giustamente, alle profezie di Nostradamus. In tempi recenti, una di quelle che aveva fatto maggiormente discutere, era stata quella legata all’attentato alle Torri Gemelle di New York. Tra bufale, come quella dei due “uccelli di fuoco” e interpretazioni forzate, sembra che l’unica quartina dell’astrologo a poter davvero essere collegata a quell’evento sia la seguente:
“A 5 e 40 gradi il cielo brucerà
Fuoco si approssimerà alla grande Città Nuova
All’istante una grande fiammata si spargerà e farà sprofondare
Quando si vorrà dei Normanni fare sofferenza.”
Ovviamente, come sempre quando si tratta di argomenti così discussi come le profezie, c’è chi pensa che non ci sia nessun collegamento con l’attentato a New York, ma la latitudine di 40, la “Città Nuova” (New York), e la sofferenza dei “Normanni”, sono coincidenze non da poco.
Ancora più impressionante, in quest’ottica, i collegamenti tra un’altra quartina e i recentissimi e terribili fatti accaduti a Parigi, dopo gli attentati rivendicati dall’Isis che hanno colpito la città in più punti. Ebbene, Nostradamus, cinque secoli fa scriveva:
“La grande guerra inizierà in Francia e poi tutta l’Europa sarà colpita, lunga e terribile essa sarà per tutti….poi finalmente verrà la pace ma in pochi ne potranno godere“.
In merito alla capitale italiana, lasciano senza parole questi due passi di Nostradamus:
“Ci saranno tanti cavalli dei cosacchi che berranno nelle fontane di Roma“.
(I cosacchi, al tempo di Nostradamus, erano le popolazioni nomadi tartare delle steppe della Russia meridionale, ovvero un gruppo etnico di origine turcica che abitò l’odierna Mongolia).
“Sarà invasa e finirà in un gigantesco maremoto:
Oh, vasta Roma, la tua rovina si avvicina.
Il tuo male è prossimo.
Sarai prigioniera per più di quattro volte.
Piango per l’Italia. Sarà distrutta da un terremoto e da bombe:
fuoco del centro della terra…
la farà tremare.
Finché due potenze fanno la guerra
per lungo tempo.
Il cielo arderà a 45 gradi.
Il fuoco si avvicina…
la gran fiamma salterà subito.”
Nostradamus,è considerato da molti, assieme a san Malachia, come uno tra i più famosi e importanti scrittori di profezie della storia.
I sostenitori dell'attendibilità di queste profezie attribuiscono a Nostradamus la capacità di aver predetto un incredibile numero di eventi nella storia del mondo, tra cui la rivoluzione francese, la bomba atomica, l'ascesa al potere di Adolf Hitler e gli attentati dell'11 settembre 2001. Nessuno ha tuttavia mai dimostrato di poter ricavare dalle quartine di Nostradamus dati attendibili per la previsione del futuro.
Si rileva infatti che queste predizioni altro non sono che esempi di chiaroveggenza retroattiva. In altri termini, le quartine sono scritte in un modo così ambiguo che chiunque, a posteriori, può leggere o interpretare in esse ciò che meglio crede. «Nostradamus non ha mai veramente previsto alcun evento futuro. Infatti le uniche tre volte in cui ha indicato una data precisa per le sue profezie si è clamorosamente sbagliato: in una prevedeva nel 1792 il culminare di una lunga e selvaggia persecuzione religiosa che non c'è mai stata, in un'altra la totale distruzione della specie umana per il 1732 e nella terza la fine del mondo per il 1999».
Egli iniziò il suo progetto di scrivere mille quartine (poesie di quattro versi) in francese, che formano le supposte predizioni per le quali oggi è famoso; le quartine effettivamente pubblicate furono tuttavia 942. Per il timore di rendersi vulnerabile ai fanatismi religiosi, oscurò i suoi versi utilizzando giochi di parole e vari linguaggi insieme, come il provenzale, il greco, il latino, l'italiano, l'ebraico e l'arabo.
Le quartine, raccolte in un libro intitolato Les Propheties, ricevettero diverse reazioni dopo la pubblicazione. Alcuni pensarono che Nostradamus fosse un servo del diavolo, un impostore o un pazzo, mentre gran parte dell'élite credeva che le sue quartine fossero profezie ispirate spiritualmente.
Molti nobili giunsero a lui per oroscopi e consigli. Caterina de' Medici, la regina consorte di Enrico II di Francia, fu una delle ammiratrici di Nostradamus: dopo aver letto Le profezie lo invitò alla corte reale a Parigi per ottenere spiegazioni sulle recentemente pubblicate Centurie (secondo alcuni, anche circa le quartine intorno alla prossima morte del marito) e per elaborare oroscopi per i giovani figli della dinastia Valois. Dopo quest'incontro, la regina Caterina divenne una fidata sostenitrice di Nostradamus e poco prima della sua morte, avvenuta nel 1566, lo nominò consigliere e medico del re Enrico III Valois.
Taluni ritengono che Nostradamus avesse il timore di essere perseguitato per eresia dall'inquisizione, ma né le profezie né la sua attività astrologica furono oggetto di attenzione da parte dell'inquisizione. I rapporti con la Chiesa cattolica come medico e guaritore furono eccellenti e la sua breve prigionia nel 1561 avvenne solo in relazione al fatto che un almanacco fu pubblicato senza previa approvazione del vescovo, violando così un decreto reale.
Nostradamus affermò di basare le proprie profezie sull'astrologia giudiziaria, ma fu aspramente criticato da altri astrologi dell'epoca, come Laurens Videl, per l'incompetenza e le tesi relative all'oroscopo comparativo (cioè la comparazione della configurazione futura dei pianeti con quella che era presente durante eventi del passato).
Recenti ricerche suggeriscono che gran parte del suo lavoro profetico non è altro che la parafrasi di elementi escatologici principalmente derivati dalla Bibbia, integrati da eventi storici e da antologie riportanti presagi, il tutto mescolato dall'oroscopo comparativo. Per questo le molte predizioni coinvolgono antiche figure come Lucio Cornelio Silla, Nerone, Gaio Mario e altri, così come descrizioni di battaglie tra le nuvole e rane che cadono dal cielo. L'astrologia in sé è menzionata solo due volte nella prefazione e 41 volte nelle centurie. Nell'ultima quartina della sesta centuria egli esplicitamente attacca gli astrologi.
Le fonti storiche da cui ha attinto sono facilmente identificabili in Tito Livio, Svetonio, Plutarco e altri autori classici, così come ha attinto da cronisti medievali come Goffredo di Villehardouin e Jean Froissart. Gran parte delle citazioni astrologiche sono prese parola per parola da Livre de l'estat et mutations des temps di Richard Roussat.
Una delle maggiori fonti per le profezie fu il Mirabilis liber del 1522, un testo anonimo che contiene una larga raccolta di profezie derivate dall' Apocalisse di Pseudo-Methodius, dalla "sibilla tiburtina", da Savonarola e da Gioacchino da Fiore e altri. Questo testo ebbe molto successo negli anni che seguirono la sua pubblicazione e venne edito in circa sei edizioni, ma tale successo non perdurò nel tempo plausibilmente perché era scritto in latino con caratteri gotici e abbreviazioni difficili da capire. Nostradamus fu uno dei primi a rielaborare queste profezie in lingua francese, il che spiega perché la paternità di tali predizioni fu attribuita proprio a lui.
Nostradamus attinse altro materiale dal De honesta disciplina del 1504 di Pietro Baldi del Riccio, che a sua volta includeva estratti dal De daemonibus di Michele Psello e dal De Mysteriis Aegyptiorum, un libro sulla magia di Giamblico.
Solo nel XVII secolo la gente cominciò a prendere in considerazione il ruolo che le fonti, principalmente classiche, ebbero per Nostradamus.
Nostradamus rigettò sempre l'etichetta di "profeta", nonostante il titolo del libro.
In generale, le quartine profetiche di Nostradamus hanno pochi riferimenti oggettivamente identificabili. In pochi casi egli fornisce profezie con una data precisa. Tra questi in una quartina avrebbe previsto il culminare di una lunga e selvaggia persecuzione religiosa per il 1792 (che non c'è mai stata); la distruzione totale della specie umana per il 1732 e un evento catastrofico per l'anno 1999. Nostradamus nel suo libro Le Profezie afferma che le sue predizioni si estendono fino all'anno 3797, anche se la data non viene fornita come fine del mondo.
A parte le quartine con una data precisa, le interpretazioni sono varie e spesso discordanti e, da sottolineare, post eventum.
Per individuare gli scritti nostradamiei si utilizzano "C" per centuria e "Q" per quartina.
« Il giovane leone il vecchio sormonterà
Nel campo bellico in singolar tenzone
Nella gabbia d'oro gli occhi perforerà
Due ferite (o "flotte") in una, poi morire, morte crudele. »
(C1Q35)
È opinione di alcuni che Nostradamus volesse parlare del re di Francia Enrico II: nel 1559, anche se avvisato dal veggente Luca Gaurico, che lo dissuadeva dall'intraprendere singolar tenzoni, il re si avviò a giostrare in un torneo indetto per celebrare i matrimoni di sua sorella Margherita con il duca di Savoia e di sua figlia Elisabetta con il re di Spagna. Sia Enrico II che il suo giovane opponente, conte di Montgomery, avevano leoni a sbalzo incisi sui loro scudi. Il re perse: molteplici ferite sulla faccia e la gola portarono a una terribile agonia durata dieci giorni e poi morì.
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