MERCANTIA

23° FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL TEATRO DI STRADA
CERTALDO (FI) 14-18 LUGLIO 2010

"Con il nuovo secolo
come palcoscenico,
avanziamo allegramente,
armati di filosofia
e amore"

Daisaku Ikeda

MERCANTIA 2010
Luce Leggera

Idea poetica di Alessandro Gigli
Con questa 23° edizione, il festival Mercantia si illumina di una nuova luce, una luce leggera e antica come quella dell'arte di strada che io immagino essere nata intorno ad un fuoco, quando l'uomo viveva ancora nelle caverne. In questi tempi pesanti, con la gente alle prese con vari problemi, dove le utopie e la semplice speranza del futuro vengono sostituite dal cinismo e dai falsi valori, noi vogliamo lavorare sulla leggerezza, la luce e il sorriso.
Di questa leggerezza Italo Calvino ne parla nelle sue lezioni americane, noi ci vogliamo riferire anche alla conoscenza e alla spiritualità.

Foto di Michele Spinapolice

Foto di Antonio D'Ambrosio

Foto di Giulia Ducci

Foto di Marco Landi

Foto di Marcello Senesi

Foto di Andrea Trucchia
Da questi suggestioni iniziamo a costruire Mercantia 2010.
Il primo obiettivo è incontrare il nostro graditissimo pubblico per le vie del borgo medievale di Certaldo con la luce negli occhi, una luce gioiosa di chi ritrova nel cuore una leggerezza dell'essere e una voglia di essere...
Il tema della luce sarà trasversale a tutto ciò che è Mercantia, il teatro, l'artigianato, l'arte contemporanea, la scenografia naturale del  borgo.

La leggerezza ci guiderà anche nelle piccole scelte, come i volumi delle amplificazioni, la cura e la gestione degli spazi che saranno aperti al pubblico senza bisogno di segretezze.
Sarà introdotto un criterio di programmazione per fasce orarie, così passeremo dall'esuberante kermesse, dove il teatro itinerante, le parate, le street band saranno protagoniste, alla fascia più protetta dove l'arte di strada diventa teatro, intensità e partecipazione.

Nella logica del quarto teatro, i generi e i linguaggi programmati saranno dei più vari e come sempre attraverso il circo, la giocoleria, la musica, i mimi e i fachiri, incontreremo altre esperienze, altri linguaggi che si contamineranno con il nostro essere il più importante festival italiano dell'arte di strada.
La strada, la gente, il lavore e il sorriso sono un valore che difendiamo e che abbiamo esportato.

Mercantia, il salotto buono dell'arte di strada, non è mai stato un festival riproducibile, sebbene abbia generato centinaia di altre manifestazioni. Il segreto è nell'originalità della proposta complessiva che si avvale di un borgo inimitabile, di un ricco artigianato artistico che con le lavorazioni dal vivo diventa anch'esso spettacolo, delle sue luci, le installazioni di arte contemporanea, le mostre, i musei, la collaborazione decennale con l'Accademia di Belle Arti di Firenze.

Tutti questi segni contribuiscono in maniera sinergica e armoniosa a creare quell'unico evento globale che è Mercantia.
Questa è l'originalità che ci ha spinto a creare, da alcuni anni, un nuovo manifesto teatrale, così come avevamo già fatto nelle primissime edizioni del festival con il Manifesto del teatro da quattro soldi

L'originalità e la progettualità verso questa 23° edizione saranno concentrate nel perfezionare ancora di più l'osmosi tra il teatro, l'architettura del borgo, l'arte, l'artigianato, le luci, il pubblico e la percezione di Mercantia come unico grande spettacolo.
L'intensità e la ricercatezza che ci contraddistinguono, trovano a Certaldo un'intesa con la Kermesse.

Dal "Teatro da Quattro Soldi" al "Quarto teatro"

L'importante è partire e finire molto lontani dal punto in cui si era iniziato. Finire in qualcosa però, che abbia senso per gli altri e da cui gli altri a loro volta possono partire (Eugenio Barba).

Eravamo partiti seguendo solo l'istinto, ma la ragione ci ha portati a codificare nel manifesto del Teatro da Quattro Soldi il nostro operare. Mercantia  il suo grande palcoscenico e il contemporaneo sviluppo dell'arte di strada hanno richiesto nuove attenzioni e ci siamo adattati, o per meglio dire abbiamo adottato il teatro di strada come nostra vocazione e siamo arrivati lontano…

Oggi, mentre prepariamo la 20° edizione di Mercantia, Festival internazionale del Teatro di strada, consapevoli di aver scritto una pagina importante della storia del teatro italiano, ora che per tanti altri è un luogo d'ispirazione e di arrivo, noi sentiamo il bisogno di ripartire!

La necessità di scrivere un nuovo progetto teatrale, di disegnare la rotta verso nuovi obiettivi, non è soltanto l'esigenza di un festival che non vuole invecchiare su gli allori del passato. Non ci riconosciamo più in quello che è ora il teatro di strada,   moltiplicatosi in superficialità, non ha cambiato il mondo, e si è consumato in stereotipi che rischiano di annoiare, o di bloccare la ricerca di una via personale per un'arte che è tutt'altro che facile! Speriamo almeno aver dato un contributo al cambiamento del Circo!

Ora è il tempo di allontanare il teatro dalla gente e avvicinarlo ad ogni persona, è la persona che deve cercare il teatro, in un tempo di resistenza il teatro si fa intorno ad un falò, lassù in montagna…
Bisogna guardarsi negli occhi, guardare negli occhi, cuore a cuore e porsi domande…
Non è più necessario interessarci di arte di strada, tanti altri lo fanno già e quei valori, saranno ancora nostri valori, ma vogliamo allargare la famiglia, dividere il grano dalla loppa, sradicare l'erbacce…
Il teatro e l'arte di strada possono far parte del Quarto teatro, non è una questione di generi, ma non tutti potranno identificarsi in questo nuovo progetto.
Come noi non ci non ci riconosciamo da sempre nelle Cattedrali nel deserto, nei palcoscenici della tradizione, nella polvere sopra la sperimentazione e neanche nelle nuove mode…
Un teatro necessario ha cambiato la nostra vita ed ora, grande novità, ci riconosciamo nel teatro, ma siccome le parole sono essenziali, occorre cambiare parole, allontanarsi da alcune e farne nascere altre, con le parole nascono e muoiono piccoli pezzi della nella nostra storia.

Il "Quarto teatro" ci piace come idea, suona bene e ci sembra un naturale sviluppo del Teatro da Quattro Soldi: il suo aspetto più profondo e maturo.
Quarto perché sono quattro le principali direzioni e il nostro teatro guarda al sud e al nord, strizza l'occhio ad est e va in vacanza nell'ovest. Una cornice necessaria per non voler definire e chiudere in generi e schemi; il nostro teatro s'interessa di vita e si nutre di energia…
Ci chiameremo Quarto perché dopo il tre viene il quattro e noi nel Terzo siamo stati seminati, l'abbiamo guardato, a volte ci siamo incrociati, ma non ci siamo riconosciuti, altri figli illegittimi erano saliti su quel carro e colonizzato ampi territori.
Il bene diventa male e il male si trasforma in un bene, insomma non siamo rimasti li e abbiamo resistito.

Quattro gli arti, siamo animali teatrali e non vogliamo continuare ad essere bipedi presuntuosi e arroganti, guerrieri distruttori! Lavorare a quattro mani, saper chiedere aiuto, collaborare e forse insegneremo ai nostri piedi a diventare prensili…
La quarta dimensione è lo spazio della nostra sperimentazione, dove esplorare nuove possibilità per un teatro magico e religioso che disegni nuove architetture e nuove geometrie relazionali, per aprire nuovi tipi di occhi, per ascoltare suoni lontani, insomma per purificare i nostri organi di senso.
Quarto per i quartini di vino che abbiamo condiviso, per la nostalgia e l'attesa di quando potremo bere di nuovo insieme del frutto della vite. Quarto per la modestia del tempo e l'onestà del bere…
Quarto perché per nostra natura non aspiriamo a salire sul podio, per non avere la tentazione di sostanze dopanti!

Quarantaquattro gatti in fila per sette (sette è un numero magico!)… sarà il nostro inno e Alì Babà e i quaranta ladroni il nostro nemico! Al Quarto teatro piacciono, però, i Cannoli siciliani e i Babà napoletani, ma non ha dimestichezza con il F.U.S e non vuol conoscere la parola segreta che apre le porte e le grotte…

Il Quarto teatro è sbrizzicante, ammaccoloso, impertinente, non sopporta la noia del pubblico, la pomposità di un certo teatro e quelli che hanno la puzza…
Il Quarto teatro non crede che i soldi facciano la felicità, non è povero, non è ricco, non è un cammello, non è un canapo, ma crede nelle beatitudini…

(per quaranta giorni e quaranta notti ci siamo ritirati nel deserto, abbiamo meditato, digiunato ed ora scacceremo i mercanti dal tempio) Dateci sette pani e sfameremo quattromila persone…


Le dieci negazioni

1° Il Quarto teatro è e non è, ma a volte appare…
2° Il Quarto teatro non è secondo a nessuno…
3° Il Quarto teatro non si affanna per i contributi ministeriali…
4° Il Quarto teatro non è raccomandato, ma si raccomanda…
5° Il Quarto teatro non è vecchio, ne nuovo…
6° Il Quarto teatro non esiste, ma c'è! A volte scompare…
7° Il Quarto teatro non ha tempo, ma lo cerca…
8° Il Quarto teatro non ama le cattedrali, ma è molto fedele…
9° Il Quarto teatro non sputa nel piatto, ma salta la finestra…
10° Il Quarto teatro non pensa di essere l'ultimo, dopo il Quinto verrà il Sesto…

Le dieci affermazioni

1° Il Quarto teatro comprende anche l'Humus teatro, il Macro teatro, quello che ancora non è stato pensato e anche il Terzo teatro, ma solo se ce lo chiede…
2° Il Quarto teatro insegue la luce, non ama il potere…
3° Il Quarto teatro è ingenuo e intelligente…
4° Il Quarto teatro è per tutti, ma anche per uno solo…
5° Il Quarto teatro è pieno di energia, ma sussurra le parole…
6° Il Quarto teatro è ancora necessario, ma non crea isole…
7° Il Quarto teatro vive della relazione maestro – discepolo, ma non ha maestri e ne garanti…
8° Il Quarto teatro vive in ogni spazio e in ogni stagione, aspetta fuori per accogliere gli spettatori…
9° Il Quarto teatro è stanco di questo mondo e ne crea un altro possibile…
10° Il Quarto teatro gioca con le parole, osserva la realtà e ha molti fatti da mostrare, non possiede un'unica verità!



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