IL RAMADAN



In origine la festa si è quasi sicuramente celebrata durante un mese caldo, visto che il termine Ramadan aveva esattamente il significato di “torrido”. La prescrizione di osservare il digiuno dall’alba al tramonto ha inoltre effetti sicuramente impensati dal Profeta alle latitudini estreme, dove il Sole non sorge né tramonta per mesi e dove oggi, a differenza che ai tempi di Maometto, abitano anche musulmani che sarebbero in grande difficoltà con l’interpretazione letterale dei testi. In loro soccorso sono giunte però negli anni autorevoli interpretazioni che li autorizzano a sincronizzare il digiuno sul tempo delle albe e dei tramonti dei luoghi sacri o comunque di latitudini più basse.

Il Ramadan è il mese nel quale si pratica il digiuno ed è, secondo il calendario musulmano, il nono mese dell'anno e ha una durata di 29 o 30 giorni. Costituisce un periodo eccezionale dell'anno per i fedeli islamici:

«Il mese in cui fu rivelato il Corano come guida per gli uomini e prova chiara di retta direzione e salvezza».

Celebra l'annuncio della Rivelazione fatta dall'angelo Gabriele a Maometto.

Il digiuno (sawm) durante tale mese costituisce il quarto dei Cinque pilastri dell'Islam e chi ne negasse l'obbligatorietà sarebbe kafir, colpevole cioè di empietà massima e che esclude dalla condizione di musulmano. In alcuni paesi a maggioranza islamica il mancato rispetto del digiuno nei luoghi pubblici è sanzionato penalmente in quanto urta la morale comune, tuttavia nella sfera privata non sussiste alcun obbligo.

Nel corso del mese di Ramadan infatti i musulmani debbono astenersi - dall'alba al tramonto - dal bere, mangiare, fumare e dal praticare attività sessuali. Particolarmente intensa dev'essere la lotta contro i cattivi pensieri, le cattive azioni, la rabbia:

«Iddio Potente e Glorioso ha detto: “Ogni azione del figlio di Adamo gli appartiene, eccetto il digiuno, che appartiene a Me, ed Io ne do ricompensa; il digiuno è un'armatura, e quando sia giorno di digiuno per uno di voi, non nutra propositi osceni né vociferi, e se qualcuno lo ingiuria o lo combatte, dica: 'Sto digiunando'; e per Colui nella Cui Mano è l'anima di Muhammad, l'alito cattivo che promana dalla bocca di colui che sta digiunando è migliore davanti a Dio del profumo del muschio. Chi digiuna ha due motivi di cui rallegrarsi: si rallegra quando lo rompe, e si rallegrerà del digiuno fatto quando incontrerà il suo Signore».

Chi è impossibilitato a digiunare (perché malato o in viaggio) può anche essere sollevato dal precetto ma successivamente, appena possibile, dovrà recuperare i giorni del mese in cui non ha digiunato. Le donne incinte o che allattano, i bambini e i malati cronici sono esentati dal digiuno e dovrebbero al suo posto, secondo le loro possibilità, fare la carità come ad esempio nutrire le persone bisognose indipendentemente dalla loro religione, gruppo etnico o dalle loro convinzioni. Le donne durante il loro ciclo o le persone in viaggio non devono digiunare, ma lo possono rimandare.

Quando tramonta il sole il digiuno viene rotto. La tradizione vuole che si preferisca mangiare un dattero perché così faceva il Profeta. In alternativa si può bere un bicchiere d'acqua.


Dato che il calendario islamico è composto da 354 o 355 giorni (10 o 11 giorni in meno dell'anno solare), il mese di Ramadan di anno in anno cade in un momento differente dell'anno solare, e quindi man mano cade in una stagione diversa.

Il significato spirituale del digiuno è stato analizzato da molti teologi. Si attribuisce ad esempio al digiuno la dote di insegnare all'uomo l'autodisciplina, l'appartenenza a una comunità, la pazienza e l'amore per Dio. Un'altra interpretazione è che il digiuno e l'astinenza sessuale per un mese intero ricordi al praticante le privazioni dei poveri.

Varie le ricorrenze del mese festeggiate o commemorate dai musulmani. Il giorno 6 infatti sarebbe nato il nipote di Maometto, al-Husayn ibn ‘Ali. Il giorno 10 sarebbe morta la prima moglie del Profeta, Khadija bint Khuwaylid. Il giorno 17 sarebbe stata vinta la battaglia di Badr. Il giorno 19 sarebbe stata conquistata dai musulmani la città di Mecca. Il 21 sarebbero morti ‘Ali ibn Abi Talib e il suo discendente, l'imam ‘Ali al-Rida.

Al termine del ramadan, viene celebrato lo Id al-fitr ("festa della interruzione del digiuno"), detta anche la "festa piccola" (id al-saghir).

Il digiuno (sawn) è uno dei cinque doveri della fede islamica. Gli altri sono la professione di fede (kalima), la recita quotidiana delle cinque preghiere (salat), l’elargizione delle elemosine (zakat) e il compimento, almeno una volta nella vita, del pellegrinaggio (hagg) a La Mecca (Arabia Saudita).

La mancata osservanza in pubblico di questi precetti, in alcune delle comunità più osservanti, può comportare l’imputazione del reato di apostasia.

Alcune differenze si riscontrano però nei cibi, che si possono mangiare quando cala il sole. Ogni Paese ha delle particolarità. Per esempio in Tunisia, Algeria, Marocco viene preparato un cous cous soltanto con l’agnello (non il pollo o il montone) arricchito da uvetta.

In Siria e in Giordania invece si mangiano i “katai”, dolci con ripieno di cocco, nocciole tritate e zucchero.

Durante il Ramadan si bevono succhi di frutta, e nei Paesi del Maghreb quello di liquirizia, che alza la pressione sanguigna, perché chi digiuna ce l’ha più bassa del solito. Il Ramadan è ovunque un momento di condivisione e di unione. È usanza invitare i propri vicini e amici a condividere tutti insieme il pranzo serale - chiamato iftar - e a recitare particolari preghiere dette Tarawih.

Il Ramadan dipende dalle fasi lunari o - più precisamente -  dalla vista delle luna crescente o hilal. Questo aspetto ha due conseguenze.

La prima è che il Ramadan può iniziare in date diverse da Paese a Paese (e la discrepanza è oggetto di battute tra musulmani).

La seconda conseguenza è che ogni anno il Ramadan inizia 11 giorni prima dell'anno precedente. Ci sono anni che viene celebrato in inverno, quando le giornate sono più corte (e dunque anche il digiuno). In questo periodo storico il Ramadan cade d'estate e qui possono nascere alcuni "piccoli problemi". Per esempio a Reykjavik, in Islanda, il digiuno dura 21 ore e 57 minuti, dall'alba (2.03 del mattino) al tramonto (intorno a mezzanotte). Certo a Sidney è il contrario (in Australia è inverno e il digiuno dura solo 11 ore e 24 minuti), ma che dire di Juneau, in Alaska, dove in questo periodo il Sole non tramonta mai? La questione è stata risolta da alcuni saggi, consigliando agli abitanti di Juneau di seguire il calendario di un altro Paese.


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