RE CARNEVALE



Secondo la leggenda, Carnevale era un Re, forte e potente, ma soprattutto generoso.
Le porte del suo palazzo erano sempre aperte e chiunque poteva entrare nelle cucine della reggia, fornite di cibi prelibati, e saziarsi a volontà.
Ma i sudditi,invece di rallegrarsi di avere un sovrano così generoso, approfittarono del suo buon cuore e a poco a poco si presero tanta confidenza, da costringere il povero re a non uscire più dal suo palazzo per non essere fatto oggetto di beffe ed insulti.
Egli allora,si ritirò in cucina e lì rimase nascosto, mangiando e bevendo in continuazione.
Ma un brutto giorno,era sabato, dopo essersi abbuffato più del solito,cominciò a sentirsi male.

Grasso come un pallone,il volto paonazzo ed il ventre gonfio, capì che stava per morire; la sua ingordigia lo aveva rovinato. Tutto sommato era felice per la vita allegra che aveva condotto, ma non voleva andarsene così, solo, abbandonato da tutti, proprio lui, il potente Re Carnevale. si ricordò allora di avere una sorella, una bella donnina fragile, snella e un pò delicata, ( eh sì era davvero diversa quella sorella di nome Quaresima!) che lui, un giorno, aveva cacciato di corte. La mandò a chiamare e lei, generosa, accorse; gli promise di assisterlo e farlo vivere altri tre giorni, domenica, lunedì e martedì, ma in cambio pretese di essere l'erede del regno. Re Carnevale accettò e passò gli ultimi tre giorni della sua vita divertendosi il più possibile. Morì la sera del martedì e sul trono, come precedentemente avevano stabilito, salì Quaresima; prese in mano le redini del regno e governò il popolo con leggi dure e severe, ma in fondo benefiche.



Questa storiella fa parte delle tradizioni di tantissimi paesi, ed è stata tramandata negli anni e via via integrata o modificata con caratteristiche particolari legate soprattutto al luogo in cui tale storia si narra.
In molti paesi (soprattutto al Sud Italia) oggi la Quaresima è rappresentata da una "pupattola" appesa ai balconi delle abitazioni.
E' una bambola di pezza, raffigurante una vecchia magra e brutta, con un fazzoletto in testa.
L'abito è spesso realizzato con la stoffa nera di un ombrello vecchio.
Tiene nella mano destra un fuso e nella sinistra la conocchia piena di stoppa.
Alle gambe della bambola è appesa un'arancia, in cui sono infilate 7 penne di gallina, da sfilarsi una ogni domenica che precede la Pasqua.
Anche la pupattola varia a seconda dei luoghi e delle persone.
In alcuni casi, le penne sull'arancia sono tutte nere tranne una (bianca, l'ultima che resta a simboleggiare la domenica di Pasqua).
Poi, oltre all'arancia, è possibile che la pupattola abbia appesi anche altri elementi relativi agli unici cibi che si possono consumare durante l'astinenza dalle carni (baccalà, aringhe, peperoncino, cipolla, aglio, una bottiglietta d’olio, un po’ di pastasciutta, frutta secca, ecc.).
Nel Sud Italia del versante adriatico al posto dell'arancia si trova di solito una patata.
Spesso, poi, è usanza bruciare la pupattola la notte di Pasqua, quando il periodo di "magra" è terminato.



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