L'ANNO BISESTILE



Il calendario gregoriano si applica dal 1582, anno della sua introduzione. Benché sia teoricamente possibile estenderlo anche agli anni precedenti, normalmente per questi si usa il calendario giuliano. Perciò sono bisestili tutti gli anni divisibili per 4, compresi quelli secolari, dal 4 al 1580 dell'era volgare. Per gli anni precedenti l'era volgare, invece, non ha senso applicare qualsivoglia, visto che Ottaviano Augusto regolò definitivamente l'applicazione degli anni bisestili nell'8 a.C.

I Romani aggiungevano il giorno in più dopo il 24 febbraio, che essi chiamavano sexto die ante Kalendas Martias (sesto giorno prima delle Calende di marzo); il giorno aggiuntivo si chiamava bis sexto die (sesto giorno ripetuto) da cui l'aggettivo "bisestile". Oggi i giorni di febbraio vengono semplicemente numerati a partire da 1, per cui normalmente si considera che il giorno aggiunto sia il 29. Solo in Svezia il 1712 fu un anno "doppiamente bisestile", cioè con il 29 e il 30 febbraio (diverso è invece il caso del 30 febbraio nel calendario rivoluzionario sovietico).

Mentre negli anni comuni ogni data cade un giorno della settimana più avanti rispetto all'anno precedente, negli anni bisestili si salta un giorno e le date dopo il 29 febbraio sono spostate di due giorni della settimana più avanti anziché uno solo: per questo motivo in inglese l'anno bisestile è chiamato leap year (anno del salto), in riferimento appunto al fatto di saltare un giorno in più rispetto all'anno precedente, e ciò avviene anche per le date dei mesi di gennaio e febbraio dell'anno successivo. Risulta inoltre caratteristico che in presenza di un anno bisestile si creano 2 "triplette" di mesi distanti fra loro 3 mesi, che presentano gli stessi giorni della settimana. Esse sono:

settembre e dicembre (dell'anno precedente) e marzo (dell'anno bisestile)
gennaio, aprile e luglio dell'anno bisestile
Accorgimenti analoghi all'intercalazione bisestile dei calendari solari sono usati anche nei calendari lunari (come quello islamico), ma con la funzione di mantenere l'allineamento dell'inizio di ogni mese con le fasi lunari. I calendari lunisolari applicano entrambi questi accorgimenti e, inoltre, inseriscono periodicamente un mese intercalare per mantenere fissa la stagionalità dei mesi.

Nel calendario giuliano è bisestile un anno ogni 4 (quelli la cui numerazione è divisibile per 4): la durata media dell'anno diventa così di 365,25 giorni (365 giorni e 6 ore) e la differenza rispetto all'anno tropico si riduce da 5,8128 ore in difetto ad appena 11 minuti e 14 secondi in eccesso. Il calendario gregoriano riduce ulteriormente questa approssimazione eliminando 3 anni bisestili, quelli che delimitano l'inizio di un nuovo secolo, ogni 400 anni di calendario. In questo modo la durata media dell'anno diventa di 365,2425 giorni (365 + 97/400), riducendo la differenza a soli 26 secondi di eccesso.

La regola del calendario gregoriano è la seguente:

« Un anno è bisestile se il suo numero è divisibile per 4, con l'eccezione degli anni secolari (quelli divisibili per 100) che non sono divisibili per 400. »
Una regola semplice per sapere se un anno non secolare è bisestile è quella di prendere solo le ultime due cifre e controllare se sono divisibili per quattro (04, 08, 12... fino a 96); gli anni secolari invece sono bisestili se e solo se sono divisibili per 400, per esempio sono stati bisestili il 1600 (16) e il 2000 (20), e lo sarà il 2400 (24), e così via. Per verificarlo è sufficiente osservare se le 2 cifre precedenti lo 00 formano un numero divisibile per 4. Quindi, per fare qualche esempio, il 1896 e il 1996 sono stati entrambi bisestili (divisibili per 4), il 1800 e il 1900 non lo sono stati (non divisibili per 400), mentre il 1600 e il 2000 lo sono stati (divisibili per 400).

L’anno bisestile, l’anno bisesto-anno-funesto (o molesto), lo stiamo vivendo e puntuali sono arrivate le (nefaste) profezie: “L’Isis attaccherà Roma il 23 marzo 2016?, ha rivelato il contadino di nome Pedro Régis che da 27 anni, ad Anguera (Bahia, in Brasile) dichiara di ricevere i messaggi direttamente dalla Madonna. Della stessa opinione è anche Baba Vanga, al secolo Vangelia Pandeva Dimitrova, una mistica e chiaroveggente bulgara, ribattezzata da molti la Nostradamus dei Balcani, famosa per aver predetto il crollo delle Torri Gemelle,  il 44esimo presidente statunitense, "un afro-americano” che sarebbe stato però "l'ultimo presidente degli Stati Uniti" e lo tsunami del 2004. Ebbene, secondo le sue visioni, “nel 2016 ci sarà una guerra che porterà alla fine dell'Europa e nel 2043 il Califfato avrà Roma come epicentro".



Attenzione però a non esagerare: l’ultimo bisesto era il 2012 e a dar retta al calendario Maya era l’appuntamento con la fine del mondo. Profezia che si rivelò decisamente troppo pessimista.

Anno bisesto né baco, né moglie, né innesto

Dunque, dice la saggezza popolare, nell’anno bisestile è meglio non prendere iniziative. La sua influenza negativa colpisce soprattutto le cose ombrose, quelle sensibili al minimo squilibrio. Gli innesti delle piante e gli allevamenti di bachi da seta hanno bisogno di cure maniacali per attecchire come si deve: proibiti. E poi ci sono le donne, e anche qui non c’è dubbio che un matrimonio abbia bisogno di terreno e atmosfera favorevoli. Quindi: anno bisesto né baco, né moglie, né innesto. Ce l’aveva con gli anni bisestili anche Girolamo Savonarola, che li considerava portatori di carestie e sciagure assortite: ma il frate rivoluzionario quattrocentesco era un po’ cupo di suo e molto tradizionalista. Può essere che ai suoi tempi l’anno bisestile gli sembrasse un’ingerenza tecnologica insopportabile.

Di leggenda in leggenda, non bisogna poi dimenticare che ogni usanza balzana ha il suo contrario. In Irlanda, per esempio, l’anno bisestile era invece favorevole alle ragazze in cerca di marito. Il 29 febbraio - eccezione rispetto alla regola che le voleva in trepidante attesa del principe azzurro - avevano facoltà di ribaltare le parti e chiedere al loro fidanzato di sposarle. Rifiutare costava piuttosto caro: 12 paia di guanti (per nascondere lo sfregio del mancato anello), un bacio, un abito di seta e un dono in denaro. Fa sorridere, ma pare che sul finire del XIII° secolo la questione sia finita al Parlamento scozzese, incaricato di tutelare le ragazze da giovanotti dal braccio corto che si ostinavano a non onorare gli obblighi del leap day, il giorno del salto.

Chi invece si appassiona ai ricorsi storici di stampo catastrofista, potrà pescare a mani basse tra le sventure capitate in coincidenza di anni bisestili. Il terremoto di Messina nel 1908, quello del Friuli nel 1976, lo tsunami nel 2004. L’entusiasmo dura poco: giusto il tempo di rendersi conto che si può fare lo stesso gioco anche con gli anni che finiscono per 13, o con quelli la cui somma interna è 8. Le sciagure sono talmente tante e ben distribuite che se ne troverà sempre una buona per qualunque legge (e volendo si potrebbero anche scegliere delle notizie buone, trasformando i bisestili in anni propizi).

Sia come sia, il prossimo 29 febbraio in Italia sarà anche la Giornata nazionale delle malattie rare: quelle sì sono il caso in cui l’eccezione e la differenza possono trasformarsi in una vera e propria sciagura.

I primi a pensare che l’anno bisestile fosse un anno funesto, furono gli antichi romani che diffusero questa credenza in tutte le zone dell’Impero.

In altri territori che non risentirono dell’influenza romana, come i paesi anglosassoni, si pensa, invece, che l’anno bisestile sia un anno fortunato e propizio. In particolare il 29 febbraio è considerato un ottimo giorno per cimentarsi in nuove imprese che avranno sicuramente successo.

Probabilmente, la fama negativa attribuita dai romani agli anni bisestili, deriva dal fatto che febbraio era il mese preposto ai riti dedicati ai defunti. Il 21 febbraio si celebravano, infatti, i Feralia con cerimonie pubbliche, offerte e sacrifici.

Febbraio era dunque considerato un mese tetro e funesto. Un'altra ipotesi è che per gli antichi, tutto ciò che era anomalo e non razionale, fosse da considerarsi di cattivo auspicio quindi anche un anno con un giorno in più.




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