CAPODANNO
Capodanno è il primo giorno dell'anno. Nel mondo moderno cade il 1º gennaio del calendario gregoriano in uso ai fini civili in tutto il mondo e nella larghissima maggioranza degli Stati è un giorno di festa. Per le popolazioni che seguono il calendario giuliano, ad esempio alcune chiese ortodosse, ai fini strettamente religiosi l'inizio dell'anno viene celebrato nel giorno corrispondente al 14 gennaio gregoriano.
La scelta di considerare il 1º gennaio quale primo giorno dell’anno consegue all’introduzione del calendario giuliano promulgato da Giulio Cesare nell’anno 46 a.C. (precedentemente veniva considerato quale primo giorno dell’anno il 1º marzo). La festa di Capodanno trae origine dai festeggiamenti in onore del dio romano Giano da cui trae origine il nome del mese di gennaio.
Nel VII secolo i pagani delle Fiandre, seguaci dei druidi, avevano il costume di festeggiare il passaggio al nuovo anno; tale culto pagano venne deplorato da Sant'Eligio (morto nel 659 o nel 660), che redarguì il popolo delle Fiandre dicendo loro:
« A Capodanno nessuno faccia empie ridicolaggini quali l'andare mascherati da giovenche o da cervi, o fare scherzi e giochi, e non stia a tavola tutta la notte né segua l'usanza di doni augurali o di libagioni eccessive. Nessun cristiano creda in quelle donne che fanno i sortilegi con il fuoco, né sieda in un canto, perché è opera diabolica »
Nel Medioevo, molti paesi europei usavano il calendario giuliano, ma vi era un'ampia varietà di date che indicavano il momento iniziale dell'anno. Per esempio dal XII secolo fino al 1752 in Inghilterra e in Irlanda il capodanno si celebrava il 25 marzo (giorno dell'Incarnazione e usato a lungo anche a Pisa e in seguito a Firenze) mentre in Spagna fino all'inizio del Seicento il cambio dell'anno era il 25 dicembre, giorno della Natività. In Francia fino al 1564 il Capodanno veniva festeggiato nella domenica di Resurrezione (chiamato anche stile della Pasqua), a Venezia (fino alla sua caduta, avvenuta nel 1797) era il 1º marzo mentre in Puglia, in Calabria e in Sardegna lo si festeggiava seguendo lo stile bizantino che lo indicava al 1º settembre, tant'è vero che in sardo settembre si traduce Caputanni (dal latino Caput anni).
Queste diversità locali (che, specialmente nel Sacro Romano Impero variavano spesso da città a città), continuarono anche dopo l'adozione del calendario gregoriano. Solo nel 1691 papa Innocenzo XII emendò il calendario del suo predecessore stabilendo che l'anno dovesse cominciare il 1º gennaio, cioè secondo lo stile moderno o della Circoncisione. L'adozione universale del calendario gregoriano fece sì che anche la data del 1º gennaio come inizio dell'anno divenne infine comune.
Svariati regimi politici hanno istituito riforme del calendario di più o meno lunga durata. Una delle più intrusive, che cercava di riformare il calendario su basi astronomiche e razionali, fu quella adottata in Francia durante la Prima Repubblica, il cosiddetto Calendario Repubblicano, abbandonato poi durante il Primo Impero. Anche durante il periodo fascista in Italia il regime istituì il 28 ottobre, anniversario della marcia su Roma, come proprio capodanno, associato a una numerazione degli anni parallela a quella tradizionale contando come "Anno I dell'Era Fascista" il periodo tra il 28 ottobre 1922 e il 27 ottobre 1923, e gli altri a seguire. Questa modalità, utilizzata nel Regno d'Italia durante tutto il ventennio fascista, fu continuata dalla Repubblica Sociale Italiana, e abbandonata con la caduta di quest'ultima il 25 aprile 1945.
Il 1º gennaio segna l'inizio di un nuovo periodo, che solitamente inizia una settimana dopo Natale, dedicato al riepilogo dell'anno appena trascorso, specialmente nelle radio, nelle televisioni, e nei quotidiani, i mass-media spesso, infatti, pubblicano articoli o trasmettono notizie su quanto è avvenuto durante l'ultimo anno, gli elenchi delle persone più in vista decedute durante l'anno appena terminato, i cambiamenti annunciati, previsti o prevedibili nel nuovo anno, come la descrizione delle leggi che entreranno in vigore dal 1º gennaio e l'oroscopo per l'anno che verrà.
Questo giorno è in molti luoghi una festa religiosa di precetto (la Solennità della Madre di Dio per la Chiesa cattolica che segue la forma ordinaria del rito romano, la Circoncisione di Gesù per chi segue il rito ambrosiano o la forma straordinaria del rito romano), ma anche una occasione per celebrare la notte di passaggio tra il 31 dicembre e il 1º gennaio, che si festeggia con il veglione di Capodanno. In occasione di questa celebrazione, in quasi tutte le città del mondo si sparano i tradizionali fuochi artificiali, solitamente accompagnati (nei paesi anglosassoni) dalla canzone Auld Lang Syne.
Molti la considerano anche un'occasione per fare dei buoni propositi per il nuovo anno.
La tradizione italiana prevede una serie di rituali scaramantici per il primo dell'anno che possono essere rispettati più o meno strettamente come quello di vestire biancheria intima di colore rosso o di gettare dalla finestra oggetti vecchi o inutilizzati (quest'ultima usanza è stata quasi completamente abbandonata). Le lenticchie vengono mangiate a cena il 31 dicembre come auspicio di ricchezza per l'anno nuovo e un'altra tradizione prevede il baciarsi sotto il vischio in segno di buon auspicio.
In Spagna c'è la tradizione di mangiare alla mezzanotte dodici chicchi d'uva, uno per ogni rintocco dei dodici scoccati da un orologio (il principale è quello di Puerta del Sol a Madrid). In Russia, dopo il dodicesimo rintocco, si apre la porta per far entrare l'anno nuovo. In tutta l'ex Unione Sovietica è usanza scambiarsi e aprire i regali. Spesso vengono regalati cioccolatini o pupazzetti corrispondenti all'animale simbolo del calendario cinese dell'anno che verrà. In Ecuador e in Perù si esibiscono fuori la propria abitazione dei manichini di cartapesta (a volte con le sembianze di personaggi famosi, calciatori, etc.) riempiti di petardi così da bruciare ed esplodere ai rintocchi della mezzanotte. In Giappone, prima della mezzanotte, le famiglie si recano nei templi per bere sakè e ascoltare 108 colpi di gong che annunciano l'arrivo di un nuovo anno (si ritiene infatti che questo sia il numero dei peccati che una persona commette in un anno e che in tal modo ci si purifichi).
In tanti paesi che seguono il calendario Gregoriano, tra cui gli Stati Uniti, il Regno Unito, l'Italia e altri, il Capodanno è anche una festa civile. In molti paesi, se il 1º gennaio cade di sabato o domenica, allora il venerdì precedente o il lunedì successivo sono anche festivi. Israele è il solo paese che, pur usando il calendario gregoriano, non celebra il Capodanno come festa pubblica. La ragione ufficiale è che essa nascerebbe come festa della Chiesa, anche se molti altri paesi a maggioranza non cristiana festeggiano il Capodanno. Nondimeno, molti israeliti che vivono specialmente in Nord America o in Europa lo festeggiano privatamente.
Il Capodanno cinese, o capodanno lunare, si festeggia in diversi paesi dell'estremo oriente (tra cui Cina, Giappone, Corea, Mongolia, Nepal, Bhutan) in corrispondenza del novilunio che cade tra il 21 gennaio e il 19 febbraio.
Il Capodanno vietnamita, il Tt Nguyên Ðán, si festeggia in concomitanza con quello cinese.
Il Capodanno islamico si festeggia il primo giorno del mese di Muharram e può corrispondere a qualsiasi periodo dell'anno gregoriano, in quanto l'anno lunare impiegato nel calendario islamico è circa 11 giorni più breve dell'anno solare del calendario gregoriano, cosicché una data islamica si "sposta" indietro, rispetto al calendario gregoriano, di circa un mese ogni tre anni. Per esempio, nel corso dell'anno gregoriano 2008 sono caduti due diversi Capodanni islamici: quello dell'anno 1429 dell'Egira (corrispondente al 10 gennaio 2008) e quello dell'anno 1430 dell'Egira (corrispondente al 28 dicembre 2008).
Losar, il capodanno tibetano, cade tra gennaio e marzo.
In Iran il Norouz coincide con l'equinozio primaverile (21 marzo). Anche il Naw-Ruz della Fede Bahá'í condivide lo stesso giorno.
La festa telegu (Ugadi) si colloca tra i mesi di marzo e aprile.
In Thailandia, Cambogia, Birmania e Bengala, il capodanno solare detto Songran è invece compreso tra il 13 aprile e il 15 dello stesso mese, in occasione del cambiamento di posizione del sole nell'anello dello zodiaco.
La festa mapuche si chiama We Tripantu e ha luogo in occasione del solstizio d'inverno (il 21 giugno per l'emisfero meridionale). La data coincide con il Capodanno inca (Inti Raymi).
Il Rosh haShana, il Capodanno ebraico, occorre generalmente nel mese di settembre.
Enkutatash è il Capodanno etiopico, in data 11 settembre.
L'anno nuovo indù si festeggia due giorni prima di Diwali, il festival della Luce, cioè a metà novembre.
Losar è la parola tibetana per indicare il Capodanno: Lo indica l'"anno" o l'"era", mentre sar indica il "nuovo". Il Losar è la festività più importante in Tibet.
Esso viene celebrato per 15 giorni, ma i festeggiamenti più importanti si tengono per i primi tre giorni. Il primo giorno, si estrae una bevanda chiamata changkol dal chhaang, un tipo di birra tibetana. Il secondo giorno è conosciuto come "Losar del Re" (gyalpo losar). Tradizionalmente, il Losar è preceduto da cinque giorni di esercitazione con il Vajrakilaya, un coltello rituale. Sebbene cada spesso lo stesso giorno del Capodanno cinese, occasionalmente con un giorno od un mese lunare di differenza, il Losar non è direttamente connesso con la vicina festività, si pensa invece che sia culturalmente più affine allo Tsagaan Sar mongolo.
Il Losar si festeggia anche in Bhutan, anche se le diverse regioni del paese possono avere diverse concezioni del capodanno. Il Capodanno nepalese, chiamato Losar o Lhochaar, è celebrato dai popoli Sherpa, Tamang e Gurung.
Il festeggiamento del Losar precede l'avvento del Buddhismo in Tibet, e può essere datata al periodo pre-buddhista Bön, durante il quale ogni inverno veniva tenuta una cerimonia spirituale nella quale il popolo offriva grandi quantità di incenso agli spiriti ed alle divinità protettrici locali, in modo da ottenere il loro favore. Solo successivamente questo festival religioso si evolse in una festività buddhista annuale, originatasi secondo le credenze durante il regno di Pude Gungyal, il nono re del Tibet. Si dice che la festa sia nata quando una vecchia donna di nome Belma introdusse il conteggio del tempo basato sulle fasi della luna. La prima festività ebbe luogo in autunno nella regione Lhokha Yarla Shampo, e fu probabilmente l'antenata della tradizionale festa dei coltivatori, poiché fu in quel periodo che furono introdotte in Tibet le arti della coltivazione, dell'irrigazione, dell'estrazione del ferro e della costruzione dei ponti. I riti istituiti per celebrare le nuove conoscenze tecniche possono essere riconosciuti come precursori della festività del Losar. Infatti, quando furono introdotti in Tibet i rudimenti dell'astrologia basata sui cinque elementi, il festival dei coltivatori prese il nuovo nome di Losar, o festività di Capodanno.
Il Losar prende anche il nome di Bal Gyal Lo, dalle parole Bal (Tibet), Gyal (re) e Lo (anno). Tale nome è dovuto al fatto che, secondo la tradizione tibetana, la celebrazione è stata istituita dal mitico re Nyatri Tsenpo, primo sovrano della dinastia Yarlung, nel giorno della sua ascesa al trono nel 127 a.C..
Il calendario tibetano è composto da dodici mesi lunari, ed il Losar inizia il primo giorno del primo mese. Nei monasteri buddhisti, tuttavia, i festeggiamenti iniziano il ventinovesimo giorno del dodicesimo mese, ossia il giorno prima della vigilia di Capodanno. In quel giorno i monaci praticano la puja verso le divinità protettrici, ed iniziano le preparazioni per le celebrazioni del Losar, dedicando l'ultimo giorno dell'anno alla pulizia del monastero e ad accogliere l'anno nuovo. Si usa cucinare un tipo particolare di noodles chiamato guthuk, composto da nove ingredienti diversi tra cui formaggio essiccato e vari cereali. Si donano inoltre delle polpette di pastella con vari materiali, commestibili e non, nascosti all'interno, come peperoncino, sale, lana, riso e carbone. L'oggetto trovato da ogni persona all'interno della sua polpetta rappresenta il suo carattere: i peperoncini stanno a significare loquacità, gli ingredienti di colore bianco (sale, lana e riso) sono portatori di buona sorte, il carbone infine ha lo stesso significato di quello che ha per i bambini cristiani a Natale, ossia che non si è delle persone buone.
Nei monasteri vengono apposte decorazioni e fatte offerte, che si chiamano Lama Losar; inoltre, nelle prime ore dell'alba dell'ultimo giorno, i monaci del monastero di Namgyal offrono una "torta sacrificale" chiamata tor ma al membro più alto della gerarchia delle divinità protettrici, la dea Palden Lhamo. Guidati dal Dalai Lama, si uniscono alla cerimonia delle offerte di preghiera anche gli abati di tre grandi monasteri, i lama, i monaci reincarnati o tulku, gli ufficiali del governo e i dignitari. Alla fine del rito religioso, tutti i presenti si riuniscono in una sala detta "Eccellenza del Samsara e del Nirvana" per una cerimonia di saluti ufficiali, chiamati Tashi Delek, seduti su dei cuscini a terra.
Per augurare al Dalai Lama la buona sorte durante tutto l'anno che verrà, i rappresentanti dei tre grandi monasteri e dei due collegi tantrici gli donano delle "pillole sacre" (ril bu) fatte di pasta d'orzo arrostita. Successivamente, gli intrattenitori chiamati garma si esibiscono in una danza portafortuna, la gumpa. Due monaci anziani sono poi soliti iniziare un dibattito filosofico buddhista, concludendolo con dei versi di buon auspicio composti appositamente per l'evento, nei quali si rivedono brevemente i punti più importanti degli insegnamenti buddhisti. Viene richiesto spiritualmente al Dalai Lama ed ai detentori della dottrina di rimanere ancora molto tempo fra gli esseri del Sasara, in modo da guidarli sempre nelle loro attività illuminate. Le cerimonie della giornata si concludono con un rito d'addio rivolto al Dalai Lama, che si ritira nel suo palazzo.
Il secondo giorno viene chiamato "Losar del Re" (gyal-po lo-sar) poiché, ufficialmente, la giornata è riservata all'incontro secolare nella sala dell'Eccellenza del Sasara e del Nirvana. Il Dalai Lama, insieme al suo governo, scambia saluti con i dignitari religiosi e laici provenienti da Cina, India, Bhutan, Nepal, Mongolia ed altri Paesi stranieri.
Successivamente, dal terzo giorno in poi, il popolo ed i monaci iniziano a godersi il periodo festivo con cibo e bevande. In molte parti del Tibet il Losar è celebrato per 15 giorni o più, in India per tre giorni, in altre regioni minori i festeggiamenti possono durare anche un solo giorno.
Il Losar è festeggiato in tutta la zona dell'Himalaya indiano, dove si concentrano popolazioni buddhiste in stati quali Arunachal Pradesh, Sikkim, Himachal e Ladakh, nel Kashmir. Tra le popolazioni minori che festeggiano il Losar vi sono la tribù Monpa del Tawang e i Memba della valle del Mechukha, nell'Arunachal.
Songkran è il capodanno del calendario lunisolare buddhista, festeggiato in Birmania (dove è chiamato Thingyan), Cambogia, Laos, Thailandia, nella Cina sud-occidentale e nelle province della Cocincina, in Vietnam. Le celebrazioni durano tre giorni attorno alla metà di aprile, in occasione del cambiamento di posizione del sole nell'anello dello zodiaco.
Questa antica tradizione, in qualche modo collegata nei paesi di tradizione theravada al capodanno buddhista, tuttora osservata, prevede che la gente si bagni a vicenda con dell'acqua, in una forma di abluzione purificatrice che simboleggia anche la cacciata della cattiva sorte.
Durante il Songkran, gli uffici sono chiusi e quasi tutti sono in festa. Di solito è un'occasione per chi vive lontano dal posto in cui è nato per tornare a trovare i parenti. Vengono organizzati sontuosi banchetti e ci si reca a visitare il wat, dove si portano offerte. Il primo giorno si offre al tempio del cibo e si ascolta il messaggio del Dharma recitato da un monaco. Il secondo giorno si porta al wat della sabbia, contributo simbolico per la costruzione di un nuovo tempio.
Nei giorni della festa, le statue del Buddha vengono portate fuori dai templi ed esposte al pubblico che le bagna per purificarle. Vengono anche poste su vetture scoperte e portate in giro per eseguire il rito della purificazione anche al di fuori dei templi.
Songkran è festeggiato come Sangken nelle aree nord orientali dell’India e corrisponde al capodanno della comunità buddista. Sangken è celebrato dalla tribù Khampti. Inoltre, il festival è celebrato dalle comunità Singpho, Khamyang, Tikhaks (Tangsa) e Phakyal del Arunachal Pradesh e dalle comunità Tai Phake dell’Assam. Generalmente il Sangken cade nel mese del Naun Ha’, il quinto mese dell’anno del calendario Khampti Lunar, che coincide col mese di Aprile.
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