TRADIZIONI DI CAPODANNO




"Paese che vai, usanza che trovi" recita il vecchio adagio. Ma siccome i tempi sono cambiati e il mondo diventa globale, ecco un viaggio virtuale proprio tra riti, tradizione e festeggiamenti originalissimi in ogni angolo del mondo, per "salutare" il 2015 e festeggiare il nuovo anno. Si va dal bagno nelle gelide acque siberiane, alle lanterne cinesi, passando per il bagno con le candele a Copacabana, passando per i classici veglioni per le vie delle capitali europee.

Gli amici spagnoli si ritrovano tutti davanti al maestoso orologio di Puerta del Sol a Madrid e allo scoccare della mezzanotte, nel bel mezzo dei festeggiamenti della movida spagnola, è di buon auspicio mangiare 12 acini d’uva, simbolo di fortuna per ogni mese dell’anno entrante.
Anche in Spagna, come in Italia, è buona norma indossare un indumento rosso e nel bicchiere del primo brindisi è consigliato mettere un anello che porterà fortuna a chi lo indosserà.
In Spagna durante il Capodanno si mangiano i buñuelos (sfogliatine ricoperte di zucchero).

Gli amici del Regno Unito non perdono il loro freddo humor british neppure nei festeggiamenti di Capodanno. In Inghilterra infatti, oltre ai classici festeggiamenti in piazza, ci si diverte saltando dentro a cerchi segnati da candele infuocate, più fiamme resteranno accese e più fortuna avrà il saltatore. Le linee del pronto intervento dei vigili del fuoco sono infatti costantemente intasate.
In Inghilterra si usa fare un vero e proprio veglione di Capodanno, dove è tradizione mangiare il tacchino ripieno di castagne e il Christmas Pudding, un tipico dolce al cucchiaio che, molto spesso, è arricchito con monete d’argento. La notte di San Silvestro, inoltre, i sudditi della Regina si divertono partecipando a diversi giochi, come pescare con le mani la frutta secca che galleggia su un liquoreinfiammato, saltare all’interno di un cerchio composto da 13 candele rosse disposte sul pavimento senza spegnerne nemmeno una e, infine, mangiare una mela che si trova sospesa ad un filo senza spegnere la candela inserita nell’altra estremità. Insomma, una rivisitazione british del cult “Il tempo delle mele”.

Gli amici del Sol Levante approfittano del Capodanno per fare grandi pulizie domestiche, della serie “non rimandare a domani quello che puoi fare oggi”. Dopo aver lustrato la casa e aver rifatto il futon con dovizia di particolari, si festeggia fino al 3 gennaio ringraziando gli dèi per il raccolto e dando il benvenuto agli spiriti degli antenati addobbando la propria porta di casa con rami di pino, bambù e paglia. A loro piace divertirsi così!
Per questa ricorrenza si usa esporre decorazioni dirami di pino ebambù (kadomatsu) e decorazioni di fili di paglia(shime-kazari) all’ingresso delle case. Allo scoccare della mezzanotte le campane dei templi buddisti rintoccano108 volte, tanti rintocchi quanti sono gli elefanti di Bon per confessare tutti i peccati degli uomini.

La Germania festeggia un Carnevale più che il Capodanno. I tedeschi amano andare a zonzo per le gelide vie completamente mascherati mentre, come simbolo di fraternità e unione, si scolano abbondanti sorsi di Feuerzangenbowle, una bevanda aromatica a base di vino rosso e aromi simile al nostro vin brulè. La tradizione tedesca vede un alto consumo di frutta secca per la notte di Capodanno, oltre all’amata aringa affumicata che pare aiuti a far passare i sintomi da sbornia.



Il Capodanno in Grecia porta doni ai più piccini. Per i grandi invece il gioco è assai più divertente se si tratta di festeggiamenti casalinghi. Infatti ogni ospite, varcata la soglia di casa, deve rompere per terra un melograno, tanti più chicchi si verseranno sul pavimento, tanta sarà la fortuna dei padroni di casa (in cui non rientra l’incombenza di dover pulire tutto alla fine della festicciola). A tavola viene servita la torta di San Basilio nel cui impasto viene nascosta una monetina e il fortunato che la troverà avrà un anno ricco e prospero, questo vale soprattutto per chi esercita la professione di dentista!

La Russia è, invece, l’unico Paese dove il Capodanno si festeggia per ben due volte: il 31 dicembre secondo il calendario Gregoriano e il 13 gennaio secondo quello Giuliano (detto anche Capodanno vecchio). Il 31 si fa l’albero e si aspetta la mezzanotte scandita dalla Torre Spasskajadel Cremlino per ballare e mangiare prugne secche farcite di nocciole ricoperte di panna acida. Altra usanza tipica è poi quella di aprire la porta di casaal dodicesimo rintocco per far entrare l’anno nuovo.

L’America Latina non si smentisce mai per quanto riguarda allegria e colore, anche a Capodanno è tutto un inno all’oro, al sole e alla luce e infatti ci si veste tutti di giallo.  I fortunati amici brasiliani invece, adorano vestirsi di bianco e festeggiare il Capodanno al caldo in maniche corte e pantaloncini con i piedi sulla sabbia della spiaggia di Copacabana.

In Brasile ci si veste tutti di giallo, il colore dell’oro, del sole e della luce. Il capofamiglia getta il contenuto di un bicchiere di vino all’indietro per allontanare la sfortuna da casa.

In Messico, per tutta la giornata si accende e si spegne il fuoco gettando tra le fiamme pietre o mestoli di legno.

In Cina il Capodanno, noto anche come festa della primavera, non coincide con il nostro capodanno ma la data, che segue il calendario lunare, può variare dal 21 gennaio al 19 febbraio secondo il nostro calendario gregoriano. I festeggiamenti durano 15 giorni e terminano con la famosa festa delle lanterne chiamata ad essere festa nazionale dal 180 a.C. dall’imperatore della dinastia Han eletto il 15 gennaio durante la festa della primavera. Durante il Capodanno cinese ci si veste di rosso, colore propiziatorio e che, secondo l’antica leggenda cinese, pare che impaurisse, assieme a forti rumori, il mostro mitologico chiamato Nian,che una volta ogni 12 mesi usciva dalla sua tana per divorare gli esseri umani. Influenzati da questa leggenda, ogni anno i cinesi festeggiano la festa della primavera con fuochi d’artificio, canti e danze rumorose per spaventare Nian. La festa si conclude con il corteo della maschera di Leone che rappresenterebbe il Nian.

Nel nostro Paese è abitudine salutare l’anno nuovo con cotechino e lenticchie che, secondo credenza popolare, sarebbero benaugurali e porterebbero soldi a chiunque le mangi, ma anche con panettone o pandoro. Il Pandoro è l’evoluzione di un dolce veronese detto Natalin. Fu creato nel 1800 da Domenico Melegatti. La sua forma tipica con le stella ad otto punte fu ideata dal pittore Angelo dall’Oca Bianca. Si può guarnire con crema pasticcera, panna o gelato! Il panettone lombardo, un dolce alto e ripieno di canditi e uva passa, conosciuto in tutto il mondo ha la sua variante “bassa” piemontese (chiamata Galup, dal dialetto piemontese, “prelibato”) con glassa di nocciole del Piemonte.

A che ora si stappano le bottiglie e ci si fanno gli auguri nelle varie zone del mondo? Vi proponiamo un veloce giro della Terra inseguendo i minuti in cui cambia il numero dell’anno, passando dal 31 dicembre al primo gennaio.
Se prendiamo come riferimento il fuso orario italiano, i primi a festeggiare l’arrivo dell’anno nuovo saranno gli abitanti dell’isola di Kiribati (pron. Kìribas), nella lontanissima Oceania. Questo arcipelago di 33 isole si trova proprio sulla cosiddetta linea internazionale del cambiamento di data: una linea immaginaria sulla superficie terrestre istituita nel 1884.
Quando poi in Italia sono le 11.00, il salto nell’anno nuovo lo fa la Nuova Zelanda, nell’Oceano Pacifico meridionale, la terra degli antichi Maori. Ancora qualche passo verso ovest e si arriva in Australia. Nella città australiana più antica, Sydney, fondata nel 1788. Qui gli auguri scattano imperiosi quando da noi sono le 14.00.
Dal cuore finanziario, commerciale e culturale della terra dei canguri ci spostiamo invece nella capitale del Vietnam: l’antichissima Hanoi – città che di Storie a storie ne ha vissute tante – festeggia quando le lancette del nostro orologio segnano le 18.00.
E quando invece il nostro orologio si assesta alle 21.30 è la volta di Teheran la capitale dell’Iran: una città che conta più di 13 milioni di abitanti, e che val la pena visitare per quella sua antica e affascinante cultura persiana e anche per la vivacità dei suoi bazar.
Un’altra città che bisognerebbe visitare almeno una volta nella vita è Mosca. Città così difficile da vivere e da capire e così testimone, almeno nel nostro immaginario, di un ingombrante passato prossimo. A Mosca, le bottiglie si stappano quando da noi sono le 22.00.





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