IL TANGO



« Il tango è un pensiero triste che si balla. »
(Enrique Santos Discépolo)



Il tango è un genere musicale e un ballo, ma anche una poetica e un linguaggio del corpo . Il tango è per lo più in tempo binario, originario della regione del Río de la Plata. Nato tra Argentina e Uruguay come espressione popolare e artistica, comprende musica, danza, testo e canzone.

Il tango è un ballo basato sull'improvvisazione, caratterizzato da eleganza e passionalità. Il passo base del tango è il passo in sé, dove per passo s'intende il normale passo di una camminata. La posizione di ballo è un abbraccio frontale più o meno asimmetrico, a seconda dello stile, in cui l'uomo con la destra cinge la schiena della propria ballerina e con la sinistra le tiene la mano, creando quindi una maggiore distanza tra la spalla sinistra dell'uomo e la destra della donna.

Poche regole semplici dettano i limiti dell'improvvisazione: l'uomo guida, la donna segue.

Fondamentalmente è l'uomo che chiede con un linguaggio puramente corporeo alla propria ballerina di spostarsi. Tuttavia, per motivi didattici sono state introdotte delle sequenze con passi predefiniti, come la Salida basica.

Il tango argentino è caratterizzato da tre ritmi musicali diversi ai quali corrispondono altrettante distinte tipologie di ballo: Il Tango, la Milonga e il Tango vals (Vals criollo). Musicalmente il Tango ha un tempo di 4/4 o 2/4, come la Milonga, mentre il Tango Vals, che deriva dal Valzer ha tempo 3/4.

I ballerini di tango praticano differenti stili, facenti capo a grandi interpreti delle sue fasi storiche, o ai quartieri di Buenos Aires o cittadine nella sua vicinanza, dove si sono contraddistinti. Alcuni stili di ballo sono: Apilado, Milonguero, fantasia, salòn, show, Avellaneda, Villa Urquiza, nuevo.

Alle origini del tango argentino troviamo il "Canyengue", intorno al 1880. Tipici i movimenti rapidi e corti (arraballero). Soppiantato negli anni quaranta. Lo stile milonguero è caratterizzato da un abbraccio stretto e movimenti contenuti e adatti agli spazi ristretti. Uno stile sobrio, semplice e passionale. I ballerini spesso si appoggiano l'uno all'altro e l'asse individuale viene sostituito da un asse condiviso attorno al quale si muove la coppia.  Il tango salon, nato nel passato nei salotti dell'aristocrazia, è caratterizzato da abbraccio più largo rispetto al milonguero, maggior rispetto per l'asse individuale, una ricerca per l'eleganza e la spettacolarità del movimento.

Negli show o spettacoli vari sia in teatro che nelle strade i ballerini si esibiscono nello stile detto "Tango show" caratterizzato da figure coreografiche e passi di forte effetto spettacolare.

Il tango ha sempre continuato ad evolversi e negli ultimi anni si è affermato un genere conosciuto come Tango Nuevo o tango elettronico le cui note accompagnano le esibizioni dei migliori ballerini contemporanei. Seppure manifestate nel medesimo periodo occorre distinguere come le due definizioni non coincidono. Il termine Tango Nuevo si sposa perfettamente con un nuovo stile interpretativo del Tango ballato che ha raggiunto la sua codifica con i contributi determinanti dei ballerini nonché Maestri, Gustavo Naveira, Fabian Salas e successivamente l'eclettico Mariano "Chico" Frumboli. Questo stile è diffusamente utilizzato anche per interpretare musiche degli anni 30 e 40. Col termine Tango Elettronico invece si vuole identificare uno stile musicale nel quale il "beat" elettronico si sostituisce "de facto" al classico "compas" del tango tradizionale. Gli interpreti ballerini di tango elettronico attingono a piene mani dal Tango Nuevo.



Il tango fa la sua comparsa nei sobborghi di Buenos Aires intorno al 1880. Nulla si sa di come sia nato, persino l'etimologia è del tutto incerta, ne vi è un nome, una data, un episodio particolare che sia legato al suo esordio. Appare all'improvviso come una sorta di linguaggio comune della gente di Buenos Aires, folle di immigrati italiani, spagnoli, tedeschi, russi, famiglie numerose che abitano fianco a fianco nei grandi conventillos, nei cui cortili le note e i passi uniscono le persone più di quel castigliano sgrammaticato che ciascuno si sforza di parlare.
Nell'arrabal, il quartiere di periferia, si realizza l'incontro fra la gente del porto e la gente delle campagne. La gente della pampa porta la payada, un'antica forma di poesia popolare caratteristica delle feste di paese: il payador improvvisa sei versi endecasillabi, seguiti da un caratteristico stacco di chitarra. Intorno al 1870 la payada si evolve e ad essa si unisce il ballo: è la habanera, danza spagnola diffusasi a Cuba e portata dai marinai fino alle due sponde del Rio della Plata, che si diffonde ma immediatamente si trasforma, assumendo l'andamento caratteristico e insolito di una camminata in cui l'uomo avanza e la donna indietreggia. Nasce così la milonga, e milonguear significa passare la notte alternando canto e ballo.

Dal porto di Buenos Aires arriva anche il candombe, danza caratteristica dei neri (che avevano abitato un piccolo borgo nella parte vecchia prima di scomparire decimati dalla febbre gialla), in cui le coppie ballano separate ma molto vicine, abbandonandosi a sensuali movimenti pelvici.
Sono gli ingredienti che si fondono nel tango.

Il tango rappresenta una vera rivoluzione nel ballo di coppia. Con valzer, mazurca, polka e gli altri balli in voga ha in comune solo la presa fra i due ballerini; tutto il resto segue una logica totalmente innovativa.
Non è di apprendimento immediato, e per ballarlo non basta salire in pista (come avviene con le altre danze di società) e seguire il ritmo, ne è sufficiente accompagnarsi a un partner che già lo conosce e "farsi portare". Si tratta di un vero e proprio esercizio di concentrazione. I primi tangueros di cortile non lo improvvisano, se pur nemmeno frequentano corsi presso maestri professionisti: è durante la settimana, dopo il lavoro, che piccoli gruppi di uomini provano e riprovano fra loro i passi, mentre altrove le donne fanno la stessa cosa, per prepararsi al ballo della domenica.
Perché il tango è divertimento, non solo quando ci si lancia in pista alla festa o nel salòn, ma anche facendo parte di allegre e chiassose comitive che si ritrovano per provare e ripetere.
Il tango è un ballo totalmente libero, privo di coreografie predefinite. Mentre le altre danze si fondano su una figura di base da ripetere alternandola a qualche occasionale variante, il tango è del tutto privo di schemi ripetitivi. La salida basica è solo una combinazione di passi che si utilizza per imparare a ballare (cioè a ... non ripeterla), mentre le figure classiche (ocho adelante, ocho atràs, mordida, medialuna, ecc.) vengono continuamente assemblate, sospese, frammentate e ricombinate, in un'unica caleidoscopica figura che non si ripeterà mai uguale. Le coppie non procedono mai in modo fra loro coerente: ognuna segue di volta in volta direzioni diverse (e la necessità di evitare le collisioni impone ulteriormente di decidere istante per istante il passo da eseguire), anche se viene complessivamente mantenuta una lenta rotazione in senso antiorario.
Il tango è un linguaggio con cui esprimersi. Per chi balla il valzer o la polka la musica è un supporto ritmico, e la melodia un accompagnamento; un brano o un altro, un interprete o un altro vedono i ballerini eseguire sempre gli stessi movimenti. Ma le melodie del tango sono così ricche di differenti coloriture musicali, gli stili interpretativi e gli impasti strumentali così diversi, la poetica dei testi così mutevole, che passare da un brano all'altro (o anche da un esecutore all'altro di uno stesso brano) significa entrare in una condizione emozionale nuova, che ispira un portamento e uno stile che non sono mai gli stessi.



Più che il ballo dell'Argentina, il tango è il ballo del Rio della Plata, cioè delle città di Buenos Aires e Montevideo, due metropoli che si affacciano da sponde opposte all'estuario del grande fiume, e che al di là dell'appartenenza a due stati diversi, sono molto più vicine fra loro per storia, composizione etnica, cultura di quanto ciascuna non lo sia rispetto al resto della nazione di cui è capitale.
Ma il tango non è la sola danza rioplatense: i tangueros sono soliti alternarlo alla milonga e al vals criollo.
La milonga è caratterizzata da un tempo molto più veloce di quello del tango, con un ritmo semplice, regolare e sincopato. La danza è piena di brio, con figure sempici: essenzialmente una camminata continuamente spezzata, con una forma tipica di ocho sia dell'uomo che della donna (ocho milonguero), e poche altre figure, necessariamente agili, data la velocità. A volte la si balla senza la classica presa: ciascuno tiene le mani allacciate dietro di sè, mentre le fronte si appoggia a quella del partner (secondo alcuni questo stile sarebbe invenzione della nota cantante Tina Merello, che in una occasione dovette nascondere al pubblico una improvvisa ampia scucitura della propria gonna).
Il vals criollo è basato sul ritmo del valzer viennese, ma i movimenti sono quasi gli stessi del tango (generalmente un passo sul primo tempo di ogni battuta). Viene chiamato anche vals cruzado per il continuo cambiar direzione nel movimento della coppia.

In origine il tango è sola musica per accompagnare la danza. Il conjunto tipico è un trio di flauto, arpa, violino (l'arpa è di tipo diatonico, caratteristica degli indios del Paraguay) oppure flauto, chitarra, violino o anche clarinetto, chitarra, violino. Gli strumenti sono trasportabili, adatti sia a feste che a ritrovi di strada o di cortile. I musicisti suonano ad orecchio e spesso improvvisano, ed è per questo che le arie del primo periodo - non trascritte ne ancora incise su disco - sono in gran parte perdute.
Successivamente il flauto viene sostituito da un insolito strumento, il bandoneòn, una sorta di organetto inventato in Germania (dove non ebbe molta fortuna) e portato nel Rio della Plata da qualche immigrato. Grazie al genio di numerosi interpreti, che da strumento per semplici arie e accompagnamenti ne fanno uno straordinario mezzo espressivo, con il suo timbro singolare, la possibilità - agendo con abilità sul mantice - di ricavarne variegate coloriture sonore e accentuazioni dinamiche, diventerà nel nuovo secolo la voce più caratteristica del tango.
A partire dal 1900, quando il tango comincia a entrare nei teatri e nei caffè, si impone il trio bandoneòn-violino-pianoforte. Mentre il genere si evolve e l'orchestrazione diviene più ricca, negli anni '10 al trio si sostituisce sul palco il sexteto tipico: due bandoneònes, 2 violini, pianoforte, contrabbasso. Cominciano così a dedicarsi al tango strumentisti e direttori sempre più colti musicalmente, quasi sempre italiani.




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